martedì 25 settembre 2012

Terme, Bobbio: convocazione Consiglio opposizione è illegittima e demagogica

“La richiesta di convocazione, firmata da alcuni consiglieri di opposizione, per un consiglio comunale dedicato alle Terme appare, ancora una volta, non solo demagogica, ma addirittura illegittima ed impraticabile, oltre che in ritardo. L’Amministrazione si è sempre fatta carico, con grande attenzione e serietà, del problema Terme e, non essendo abituata a vendere illusioni ai lavoratori, di cui ha sempre avuto grande rispetto, aveva già predisposto l’atto oggi richiesto dai consiglieri di opposizione, con la proposta di delibera della Giunta municipale al Consiglio comunale (prot. 787 del  7/9/2012), esemplificativa di una seria volontà di risolvere il problema”.
Lo ha detto il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio.
“Se lo scorso 12 settembre gli stessi consiglieri di opposizione non avessero scelleratamente bocciato gli atti propedeutici al bilancio e se questo si fosse approvato, oggi la ricapitalizzazione e la modifica dello Statuto e l’ulteriore milione di euro per finanziare il rilancio industriale sarebbero cosa fatta. Per queste ragioni, un’opposizione in ritardo e gravata da importanti responsabilità continua a strumentalizzare la disperazione dei lavoratori facendo apparire, quali praticabili, proposte che sono illegittime. Peraltro, quest’ultima istanza, per la patente illegittimità del suo contenuto, unitamente a talune gravi falsità pubblicate negli ultimi giorni, in evidente accordo con le opposizioni, comincia a disegnare uno scenario penalmente rilevante che, nell’ambito della grave crisi sociale e lavorativa riguardante le Terme, sembra poter chiamare in causa due paradigmi del diritto penale, ossia l’abuso d’ufficio (o l’istigazione ad esso) e la «diffusione di notizie false e tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico» - ha aggiunto Bobbio -.
La proposta contenuta nella richiesta di convocazione suddetta è illegittima per il combinato disposto di almeno due norme che sono certamente note alle opposizioni. La prima è quella di cui all’art. 6, comma 19, del D.L. 78/2010, convertito in legge 122/2010, che recita testualmente:  «Le pubbliche amministrazioni non possono effettuare aumenti di capitale, trasferimenti straordinari, aperture di credito, né rilasciare garanzie a favore delle società partecipate e altre operazioni di ripiano nei confronti di società partecipate che hanno chiuso gli ultimi tre bilanci in perdita ovvero che abbiano utilizzato riserve disponibili per il ripianamento di perdite anche infrannuali, a meno che il capitale non sia ridotto di almeno il 33% e sia obbligatoriamente richiesto l’intervento di cui all’art. 2447 del cc». In particolare, quindi, ai sensi del comma 19 dell’art. 6 del decreto legge 78 del 2010, come convertito, è consentito all’Ente locale di disporre ricapitalizzazione delle società partecipate nei limiti del capitale sociale esistente”.
“Pertanto, essendo il Comune titolare del solo 2 per cento del capitale di Terme di Stabia (il 98 per cento è di proprietà Sint), una ricapitalizzazione per euro 4 mln è interdetta dal citato divieto legale. Il divieto di ricapitalizzazione con aumento del capitale sociale è stato poi ribadito anche dalla legislazione più attuale, da ultimo il DL 95/12 convertito con legge 135/12 (cosiddetta spending review 2) che dispone con solare chiarezza nel senso della riduzione e non dell’aumento della partecipazione. Da tutto quanto premesso, appare di solare evidenza, tranne che alla gente in malafede, che la proposta di delibera, oggetto della richiesta ai sensi dell’art. 26 del Regolamento degli Organi, è illegittima. Non possono essere effettuati aumenti di capitale. Portare la partecipazione azionaria dell’Ente dall’1,9 al 77,79 è un aumento di capitale vietato dalla legge.
La proposta illegittima e demagogica è oltretutto affetta da una grave lacuna tecnica volutamente strumentalizzata e ignorata dai firmatari: quand’anche si approvasse un delibera ad hoc per la ricapitalizzazione delle Terme, occorrerebbe sempre preventivamente approvare il bilancio per l’erogazione materiale dei fondi”.
“Il riferimento all’assunzione di un atto di indirizzo per l’aumento della quota del Comune, mediante conferimento in denaro, non è altro che un ulteriore raggiro nei confronti dei lavoratori: ma di quali impegni parlano i firmatari, quando per qualsiasi conferimento alle partecipate occorre preventivamente approvare il bilancio di previsione solo all’esito del quale viene istituito il capitolo per effettuare tale operazione? Ma veramente i firmatari della richiesta fingono di non sapere che gli impegni non frazionabili sono sempre effettuati in esercizio provvisorio (art. 163 del Tuel) sulla base dell’ultimo bilancio approvato che, nel nostro caso, è quello del 2011 in cui non vi erano risorse stanziate per le Terme e, quindi, manca del tutto il capitolo relativo? Tutto quanto detto, si pone, ancora, ben al di là del fatto che, secondo quanto asserito non correttamente dall’opposizione, dal rendiconto di gestione/consuntivo emergerebbe un avanzo pari addirittura a 4 mln di euro che, invece, in realtà, non esiste, essendo l’ammontare del residuo derivante dal rendiconto di gestione/consentivo pari a 715mila euro. Oltretutto anche la destinazione dell’avanzo del consuntivo, impegno già assunto da questa Amministrazione, potrà essere materialmente erogato a favore delle Terme solo a bilancio consuntivo e bilancio di previsione approvati: solo così si avrà l’istituzione del capitolo di spesa necessario ad erogare le somme. Diversa, invece, e ben fondata, l’ipotesi di ricapitalizzazione messa in campo dalla mia Amministrazione, che in primo luogo è conforme al dettame di legge e si affianca a quella parallelamente predisposta dalla Sint spa allo scopo non solo di dotare nuovamente la società di un sufficiente capitale, ma anche di attuare il rilancio delle attività aziendali. La necessità di procedere, come predetto, implica inevitabilmente la previa approvazione del bilancio in quanto l’importo previsto per la ricapitalizzazione non era previsto tra i capitoli del precedente esercizio e, come tale, impegnabile in ragione di un dodicesimo del precedente stanziamento essendo in sede di esercizio provvisorio; è, con la stessa approvazione del bilancio, del resto, che saranno disponibili i fondi da destinare ad articolati piani e programmi di sviluppo, iniziative aziendali strategiche, queste sì, suscettibili di ricevere, da parte della giunta, il necessario sostegno economico in conformità della legge. E’ il momento di smetterla di cavalcare la tigre della disperazione con proposte impraticabili: se i consiglieri di opposizione firmatari vogliono veramente risolvere il problema delle Terme, devono venire in aula e approvare il consuntivo, il bilancio di previsione e, infine, la delibera per la ricapitalizzazione delle Terme, altrimenti continueranno a fare demagogia sulla pelle dei lavoratori. Se poi, qualcuno di loro pensa di continuare a imbrogliare i lavoratori e la città sostenendo che, caduta l’Amministrazione, un commissario prefettizio potrebbe fare tutto ciò che noi vogliamo fare, anche su questo rimane ferma la sfida a dire alla gente la verità: l’ipotesi che una gestione commissariale, istituzionalmente deputata allo svolgimento degli atti di ordinaria amministrazione, possa individuarsi quale legittimata alla deliberazione di stanziamenti di capitali a copertura delle esigenze connesse al rilancio dell’azienda è ipotesi assolutamente infondata e incredibile. È certo, al contrario, che qualsiasi gestione commissariale opterà invece per una più comoda sottrazione dell’Ente alle responsabilità derivanti dalle obbligazioni e dai debiti contratti dall’azienda attraverso la decisione di porre fine al capitolo Terme di Stabia, all’oggi economicamente non conveniente, tutelando così forse il mero profilo economico, ma destinando a morte sicura l’azienda, con tutte le inevitabili conseguenze sul personale.
Da ultimo, mi piace ricordare alla labile memoria di alcuni che l’intera precedente giunta Vozza, non ricordo quale delle tante, è attualmente a giudizio della corte dei conti e sottoposta a indagine penale per avere deliberato il famigerato mutuo banca Opi di 4 mln di euro in assenza di un piano industriale che poi (e questa è una delle contestazioni) comparve misteriosamente agli atti e al protocollo dopo l’approvazione della delibera di giunta che lo citava come già presente”.

Nessun commento:

Posta un commento