martedì 11 settembre 2012

Comune, Bobbio e Aliberti: calunnie sulla Di Saia, sinistra guardi ai guai di casa sua

“Prendiamo atto, con malcelata soddisfazione, che per la sinistra campana noi due siamo ritenuti soggetti politicamente pericolosi, e quindi da attaccare e denigrare, per l’eccellente esempio che diamo quali amministratori pubblici del Pdl. Evidentemente, il nostro stile di buona amministrazione legalitaria e contro la camorra rappresenta per la sinistra campana un pericolo in quanto smentita vivente delle loro tesi denigratorie volte ad accreditare una deteriore immagine del centrodestra campano, rappresentando quindi un pericolo politico che va assolutamente azzerato ricorrendo, in particolare, al tradizionale – per loro – strumento della denigrazione demonizzante”.
È la posizione espressa dal sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio, e dal sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti.
“Solo così può essere descritto un attacco vile e calunniatorio come quello che ci viene mosso. Un attacco che trova nella falsità e nella calunniosità della premessa la matrice della falsità e della calunniosità della conseguenza. Questa gente non si fa scrupolo di calunniare la dott.ssa Di Saia che ha una tale inattaccabilità e irreprensibilità da non essere stata neanche sfiorata dall’indagine penale nella quale si cerca proditoriamente e vergognosamente di tirarla dentro – hanno aggiunto -. Di questi tempi, se vi fosse stato uno straccio di elemento indiziante contro di lei, e con quel popò di teoria investigativa originaria, non solo la dott.ssa Di Saia sarebbe stata indagata, ma probabilmente sarebbe andata anche peggio. Al contrario, la dott.ssa Di Saia è e resta nel pieno svolgimento dei suoi compiti istituzionali e non è stata chiamata nemmeno per rendere uno straccio di dichiarazione testimoniale”.
“L’intento strumentale, calunniatorio e denigratorio della sinistra si legge, poi, nel solito cliché, che ha ben altri antesignani, di una sinistra a cui delle vicende giudiziarie altrui interessa solo il primo atto, che per i  loro cervellini rappresenterà poi per sempre l’unica verità. A questi personaggi interessa solo ricordare e utilizzare, come in un mantra ossessivo, il dato che il sindaco Zagaria sia stato arrestato. Che sia poi stato scarcerato per assoluta mancanza di indizi, con conseguente vanificazione di ogni tesi investigativa di accusa, per loro è un fatto semplicemente mai accaduto. Tutto ciò che non si adatta ai loro percorsi calunniosi semplicemente non esiste. Chiunque, quindi, è in grado di vedere da sé, date queste premesse di falsificazione e cancellazione della realtà storica, quale sia l’intento calunniatorio nei nostri confronti di questa gente e quale, quindi, sia la paura che gli mettiamo sul lato politico”.
“Per quanto mi riguarda – ha aggiunto invece il sindaco Bobbio – chiarisco adesso e sono pronto a farlo in qualunque sede che mai e poi mai il nome della dott.ssa Di Saia mi fu fatto dall’on. Cosentino e non già perché se la cosa fosse in questi termini mi potrebbe lontanamente preoccupare, ma solo perché semplicemente non è la verità. Il nome della dott.ssa Di Saia, nel 2010, mi fu fatto a Roma da un mio amico personale, professionista di indiscutibile livello del quale, se sarà necessario, farò il nome a chi di dovere”.
Relativamente alla annunciata interrogazione parlamentare dell’On. Di Nardo e alla conferenza stampa del Pd e di SEL circa il ruolo della dott.ssa Di Saia nei comuni di Scafati e Castellammare di Stabia, il Sindaco Aliberti ed il Sindaco Bobbio precisano ancora: “La Dott.ssa Immacolata Di Saia è una professionista di grande qualità che mai da nessuno ci è stata segnalata o imposta. Non è indagata né coinvolta in alcun procedimento giudiziario. Oltretutto la stessa ha un lungo curriculum professionale ed ha prestato servizio in numerosi comuni amministrati dal centrosinistra nonché in comuni commissariati, nominata dai commissari prefettizi, incarichi dei quali però non si fa menzione alcuna essendo poco utili allo scopo denigratorio della sinistra. È oramai chiaro che dietro questa interrogazione c’è il tentativo di ribaltare la verità e provare a difendere una politica, quella di sinistra, che a Scafati e a Castellammare, come in Regione Campania, ha favorito l’illegalità e la camorra con atti amministrativi discutibili e di favore. Ne è dimostrazione il mancato esproprio a Scafati della proprietà del sig. Nappo Vincenzo, noto alle cronache, per la realizzazione di un’opera pubblica per la quale questa amministrazione, nell’interesse della comunità, si è spinta fino alla confisca. Lo stesso atteggiamento di grande durezza è stato adottato a Castellammare relativamente a una lunga serie di iniziative promosse fin dall’insediamento che è quasi impossibile riassumere in uno spazio così ristretto come un comunicato stampa. Ma l’impegno e la perseveranza e i risultati dell’Amministrazione comunale di Castellammare di Stabia contro la criminalità organizzata e contro l’illegalità diffusa sono sotto gli occhi di tutti. Pensiamo, ad esempio, all’azzeramento del fenomeno dei parcheggiatori abusivi legati al clan D’Alessandro; alla restituzione alla piena legalità dell’area dell’Acqua della Madonna, con un nuovo trasparente bando pubblico per il servizio di ristorazione, e di tante altre zone della città; alla sottrazione della festa religiosa di San Catello alla prepotente e invadente “supervisione” della criminalità organizzata; alla lotta all’abusivismo edilizio e abitativo. Per di più, resta ancora da chiarire il caso del consigliere Pd Tommasino ucciso dalla camorra. E poi è quantomeno singolare che fra i promotori di questa scellerata calunnia ci sia quel senatore Di Nardo dell’Italia dei Valori, ossia di quel partito che proprio a Castellammare annovera in consiglio comunale il consigliere Maurizio Apuzzo che nei verbali di collaboratori di giustizia risulta pesantemente coinvolto nelle indagini sull’omicidio del consigliere Tommasino. Inutile dire che poi in questa vicenda di calunnie è poi presente l’on. Vozza che, da alcune intercettazioni telefoniche, appare particolarmente attento e premuroso, tra le altre cose, circa le sorti dei parcheggiatori abusivi camorristi di Pozzano, uno dei quali era stato ammazzato pochi giorni prima. È opportuno precisare a chi sta provando a denigrare le amministrazioni di Scafati e Castellammare che ad oggi, l’unico politico campano agli arresti in quanto legato al clan dei Casalesi, ovvero per “concorso esterno in associazione mafiosa per aver stretto un patto con i clan Casalesi per procurarsi appoggi elettorali in cambio di appalti”, come si legge negli atti giudiziari, è l’on. Enrico Fabozzi,  già Sindaco del comune di Villa Literno e attuale Consigliere regionale del Pd”.

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