“Prendiamo atto, con malcelata soddisfazione, che per la sinistra
campana noi due siamo ritenuti soggetti politicamente pericolosi, e quindi da
attaccare e denigrare, per l’eccellente esempio che diamo quali amministratori
pubblici del Pdl. Evidentemente, il nostro stile di buona amministrazione
legalitaria e contro la camorra rappresenta per la sinistra campana un pericolo
in quanto smentita vivente delle loro tesi denigratorie volte ad accreditare
una deteriore immagine del centrodestra campano, rappresentando quindi un
pericolo politico che va assolutamente azzerato ricorrendo, in particolare, al
tradizionale – per loro – strumento della denigrazione demonizzante”.
È la posizione espressa dal
sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio, e dal sindaco di Scafati,
Pasquale Aliberti.
“Solo così può essere descritto
un attacco vile e calunniatorio come quello che ci viene mosso. Un attacco che
trova nella falsità e nella calunniosità della premessa la matrice della
falsità e della calunniosità della conseguenza. Questa gente non si fa scrupolo
di calunniare la dott.ssa Di Saia che ha una tale inattaccabilità e
irreprensibilità da non essere stata neanche sfiorata dall’indagine penale
nella quale si cerca proditoriamente e vergognosamente di tirarla dentro –
hanno aggiunto -. Di questi tempi, se vi fosse stato uno straccio di elemento
indiziante contro di lei, e con quel popò di teoria investigativa originaria,
non solo la dott.ssa Di Saia sarebbe stata indagata, ma probabilmente sarebbe
andata anche peggio. Al contrario, la dott.ssa Di Saia è e resta nel pieno
svolgimento dei suoi compiti istituzionali e non è stata chiamata nemmeno per
rendere uno straccio di dichiarazione testimoniale”.
“L’intento strumentale,
calunniatorio e denigratorio della sinistra si legge, poi, nel solito cliché,
che ha ben altri antesignani, di una sinistra a cui delle vicende giudiziarie
altrui interessa solo il primo atto, che per i
loro cervellini rappresenterà poi per sempre l’unica verità. A questi
personaggi interessa solo ricordare e utilizzare, come in un mantra ossessivo,
il dato che il sindaco Zagaria sia stato arrestato. Che sia poi stato
scarcerato per assoluta mancanza di indizi, con conseguente vanificazione di
ogni tesi investigativa di accusa, per loro è un fatto semplicemente mai
accaduto. Tutto ciò che non si adatta ai loro percorsi calunniosi semplicemente
non esiste. Chiunque, quindi, è in grado di vedere da sé, date queste premesse
di falsificazione e cancellazione della realtà storica, quale sia l’intento
calunniatorio nei nostri confronti di questa gente e quale, quindi, sia la
paura che gli mettiamo sul lato politico”.
“Per quanto mi riguarda – ha
aggiunto invece il sindaco Bobbio – chiarisco adesso e sono pronto a farlo in
qualunque sede che mai e poi mai il nome della dott.ssa Di Saia mi fu fatto
dall’on. Cosentino e non già perché se la cosa fosse in questi termini mi
potrebbe lontanamente preoccupare, ma solo perché semplicemente non è la
verità. Il nome della dott.ssa Di Saia, nel 2010, mi fu fatto a Roma da un mio
amico personale, professionista di indiscutibile livello del quale, se sarà
necessario, farò il nome a chi di dovere”.
Relativamente
alla annunciata interrogazione parlamentare dell’On. Di Nardo e alla conferenza
stampa del Pd e di SEL circa il ruolo della dott.ssa Di Saia nei comuni di
Scafati e Castellammare di Stabia, il Sindaco Aliberti ed il Sindaco Bobbio
precisano ancora: “La Dott.ssa Immacolata Di Saia è una professionista di
grande qualità che mai da nessuno ci è stata segnalata o imposta. Non è
indagata né coinvolta in alcun procedimento giudiziario. Oltretutto la stessa
ha un lungo curriculum professionale ed ha prestato servizio in numerosi comuni
amministrati dal centrosinistra nonché in comuni commissariati, nominata dai
commissari prefettizi, incarichi dei quali però non si fa menzione alcuna
essendo poco utili allo scopo denigratorio della sinistra. È oramai chiaro che
dietro questa interrogazione c’è il tentativo di ribaltare la verità e provare
a difendere una politica, quella di sinistra, che a Scafati e a Castellammare,
come in Regione Campania, ha favorito l’illegalità e la camorra con atti
amministrativi discutibili e di favore. Ne è dimostrazione il mancato esproprio
a Scafati della proprietà del sig. Nappo Vincenzo, noto alle cronache, per la
realizzazione di un’opera pubblica per la quale questa amministrazione,
nell’interesse della comunità, si è spinta fino alla confisca. Lo stesso atteggiamento di grande
durezza è stato adottato a Castellammare relativamente a una lunga serie di
iniziative promosse fin dall’insediamento che è quasi impossibile riassumere in
uno spazio così ristretto come un comunicato stampa. Ma l’impegno e la
perseveranza e i risultati dell’Amministrazione comunale di Castellammare di
Stabia contro la criminalità organizzata e contro l’illegalità diffusa sono
sotto gli occhi di tutti. Pensiamo, ad esempio, all’azzeramento del fenomeno
dei parcheggiatori abusivi legati al clan D’Alessandro; alla restituzione alla
piena legalità dell’area dell’Acqua della Madonna, con un nuovo trasparente
bando pubblico per il servizio di ristorazione, e di tante altre zone della
città; alla sottrazione della festa religiosa di San Catello alla prepotente e
invadente “supervisione” della criminalità organizzata; alla lotta
all’abusivismo edilizio e abitativo. Per di più, resta ancora da chiarire il
caso del consigliere Pd Tommasino ucciso dalla camorra. E poi è quantomeno
singolare che fra i promotori di questa scellerata calunnia ci sia quel
senatore Di Nardo dell’Italia dei Valori, ossia di quel partito che proprio a
Castellammare annovera in consiglio comunale il consigliere Maurizio Apuzzo che
nei verbali di collaboratori di giustizia risulta pesantemente coinvolto nelle
indagini sull’omicidio del consigliere Tommasino. Inutile dire che poi in
questa vicenda di calunnie è poi presente l’on. Vozza che, da alcune
intercettazioni telefoniche, appare particolarmente attento e premuroso, tra le
altre cose, circa le sorti dei parcheggiatori abusivi camorristi di Pozzano,
uno dei quali era stato ammazzato pochi giorni prima. È opportuno precisare a
chi sta provando a denigrare le amministrazioni di Scafati e Castellammare che
ad oggi, l’unico politico campano agli arresti in quanto legato al clan dei
Casalesi, ovvero per “concorso esterno in associazione mafiosa per aver stretto
un patto con i clan Casalesi per procurarsi appoggi elettorali in cambio di
appalti”, come si legge negli atti giudiziari, è l’on. Enrico Fabozzi, già Sindaco del comune di Villa Literno e
attuale Consigliere regionale del Pd”.
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