Cari Amici,
non è
dall’analisi del bilancio di previsione 2012 – pure contenente le basi
dell’immediato sviluppo e rilancio della città e la cui votazione in Consiglio
Comunale è ormai prossima – che traggo spunto per inviarVi queste mie
riflessioni, ma dal bilancio ancorché parziale che la mia Amministrazione, con
il Vostro sostegno, ha realizzato in questi primi due anni di governo.
Anni
gravati dalle difficili condizioni delle casse comunali e acuiti dalla crisi
internazionale che ha avuto conseguenze catastrofiche sull’Italia e sul suo
Mezzogiorno; anni per di più caratterizzati dalle stringenti, e in alcuni casi
asfissianti, prescrizioni imposte dalla Prefettura, a seguito degli
accertamenti della Commissione d’Accesso nel 2009, finalizzate a ristabilire
piena trasparenza, legittimità e regolarità all’azione della macchina comunale.
Anni, a partire proprio dalla nostra vittoria elettorale, ossia dal 2010, in
cui con un’unica espressione si può dire che è cambiato il mondo non solo dal
punto di vista delle condizioni economiche, ma anche della normativa vigente,
una normativa fattasi nel corso di questi due anni, e per le note vicende
politiche nazionali e internazionali, fattasi via via sempre più stringente e
rigorosa. Anni, quindi, dai quali per nostro dovere politico trarre una
lezione, un insegnamento e una guida dell’azione amministrativa: il “partito
della spesa” è morto con la crisi economica globale e l’unica vera modalità di
azione politica che resta e che può generare e rafforzare il consenso dei
cittadini è quella dell’impegno e dei risultati concreti nel nome
dell’esclusivo interesse della collettività. Sia ben chiaro: ciò non è stato un
male, ma al contrario – considerando i danni devastanti causati negli ultimi
trent’anni dalla politica della spesa senza controllo per fare consensi – è
stato un evento virtuoso e l’unico rammarico che può restare è che il mondo
politico italiano, a tutti i livelli, invece di pervenire spontaneamente al
ripudio della politica della spesa ha dovuto esservi costretto dagli eventi
mondiali. Cerchiamo almeno di trarne una guida e un percorso sicuro per il
nostro presente e per il nostro futuro politico.
Due sono gli assi portanti di una buona
amministrazione, la nostra Amministrazione: la quotidianità e il disegno della
nuova, grande Castellammare. Il primo obiettivo, dal punto di vista
organizzativo e strutturale, è ormai in gran parte centrato e il consenso della
gente comune, in quest’ottico, è
acquisito, consolidato e in crescita. Ed è stata proprio la nostra
assoluta indipendenza da qualsivoglia centro di potere, più o meno legittimo, e
l’attenzione esclusiva al raggiungimento di obiettivi di interesse collettivo
che ci hanno permesso, in tempi incredibilmente rapidi, di raggiungere
risultati che questa città ha atteso invano da decenni. Il secondo obiettivo è
ora a portata di mano ed è ciò a cui tutti dobbiamo ora dedicarci, con la
capacità e la serietà che abbiamo dimostrato di avere e con l’esperienza fin
qui maturata. A tale secondo obiettivo abbiamo peraltro duramente lavorato in
questi due anni per creare i percorsi amministrativi e recuperare procedure che
sembravano ormai perse.
Esaminando
nel dettaglio, il primo scorcio di consiliatura, circa un anno, è stato
interamente assorbito, come accennato, dalla necessità di dare concreta
attuazione alle prescrizioni prefettizie, il che non ha comunque impedito alla
mia Amministrazione di operare, attraverso una azione politico-amministrativa
riconoscibile, evidente, forte e incisiva, una netta inversione di tendenza in
città al fine di affermare i principi che sono alla base della nostra vision
politica: restituire fin da subito ai cittadini di Castellammare di Stabia
vivibilità, dignità e legalità.
Oggi,
superata anche peraltro una assai complessa e dispendiosa – in termini di
energie e di tempo – attività di revisione dell’Ente comunale dal punto di
vista dell’organizzazione, della gestione e delle procedure, è giunto il tempo
di guardare la realtà stabiese attraverso le lenti graduate delle cose fatte e
di quelle in cantiere, lenti che restituiscono una prospettiva nitida, chiara,
dettagliata di una Castellammare orgogliosa della propria storia, delle proprie
radici, del nuovo posto che la mia Amministrazione, la nostra Amministrazione
sta costruendo per essa sotto il profilo della rinascita e del rilancio.
Nell’anno
e più trascorso a risolvere i problemi ereditati, non abbiamo mai perso di
vista la piattaforma programmatica che ci ha portato alla vittoria elettorale.
Non abbiamo mai smesso di studiare, pianificare, gettare le fondamenta di quei
grandi progetti e di quelle grandi opere che stanno trasformando, e
trasformeranno, il volto di Castellammare di Stabia. Non abbiamo mai pensato
che l’attività di risanamento dell’Ente, imposto dalla Prefettura, potesse
essere una zavorra per l’attuazione del nostro programma. Anzi. Nonostante
questo gravame, abbiamo lavorato – dissodando il terreno – per seminare ciò che
è pronto a sbocciare e, in alcuni casi, sta già sbocciando.
Parole
come PiuEuropa, Housing sociale, Piano Casa, Waterfront, Nuovo Piano
Urbanistico Comunale, Asi, Put, riqualificazione della Villa Comunale, il nuovo
Prg del Porto con la connessa realizzazione del bacino di costruzione, la
soppressione della tratta delle Fs con Gragnano e quella, in itinere, con Torre
Annunziata, il Contratto di Quartiere non sono parole vuote, ma hanno carne e
sangue e affondano le radici nel grande impegno che la mia Amministrazione ha
profuso e sta profondendo per realizzarle, anche e soprattutto con il Vostro
prezioso contributo. Non solo per trasformare la vivibilità e l’estetica di
Castellammare, ma anche e soprattutto per dare una prospettiva occupazionale a
giovani e famiglie. La città si trasformerà a breve in quel gigantesco cantiere
per anni sognato e che, a breve, potrà prendere corpo. L’edilizia metterà in
moto un moltiplicatore dello sviluppo capace di ridare ossigeno all’economia e
impulso al commercio e all’imprenditoria, come mai prima si sarebbe immaginato
di ottenere. E sarà un impulso sano, competitivo, autentico, gravido di
ricadute positive.
Per
riuscirci abbiamo dovuto fare sistema, creare un network che collegasse
l’Amministrazione comunale agli Enti sovraordinati: Provincia e Regione. Ci
siamo riusciti. Quella che in campagna elettorale amavo definire filiera
istituzionale ha funzionato. Il rapporto, mio tramite, con il Presidente della
Provincia e con il Presidente della Regione è un valore aggiunto che il nostro
territorio può e deve mettere a frutto per le infinite possibilità di
intervento di programmazione e di attuazione che ora sì possono finalmente
essere concretizzate a Castellammare di Stabia, la nuova Castellammare di
Stabia; una città dove la gloriosa tradizione cantieristica potrà
tranquillamente e organicamente inserirsi in un contesto armonico dove trovano
allocazione e funzionamento i meccanismi produttivi del turismo, non più solo
stagionale, ma annuale, legato alle specialità territoriali (archeologia,
termalismo, bellezze naturalistiche, storia e cultura), e quelli di una nuova
imprenditorialità artigiana e industriale a basso impatto ambientale. Modelli
di sviluppo sostenibile che oggi stanno diventando realtà. Castellammare di
Stabia è ormai diventata baricentro dell’intero territorio come dimostrano la
scelta del Parco regionale dei Monti Lattari di insediare la propria sede nella
Reggia di Quisisana, o ancora il ruolo primario assunto nell’ambito della
portualità e della logistica in generale, facilitato anche dagli interventi di
viabilità adottati sia nel territorio cittadino sia in quegli snodi di
comunicazione che, nel passato, hanno di molto rallentato la circolazione da e
per le mete turistiche della penisola sorrentina. Da oggi, e grazie a noi,
Castellammare non è più l’ultimo Comune della costa del Vesuvio ma è diventata
la porta d’ingresso effettiva della Penisola.
Certo, ci sono le difficoltà congiunturali,
quelle cioè che non possono essere previste nemmeno ricorrendo alla più
dettagliata pianificazione strategica: la crisi nazionale e internazionale si è
abbattuta con inusitata violenza alle nostre latitudini, aggravando oggettivamente
situazioni già di per sé gravemente compromesse. Le crisi occupazionali che
hanno investito la Fincantieri, l’Avis, le Terme di Stabia (solo per rifarci a
quegli esempi emblematici che noi tutti conosciamo bene) hanno trovato nella
mia Amministrazione e nelle forze politiche che la sostengono interlocutori
attenti, coi piedi per terra, propositivi e soprattutto vicini. Questo era ed è
il significato dello slogan che accompagnò, caratterizzandola, la mia campagna
elettorale: Al tuo fianco. La mia Amministrazione, la nostra Amministrazione è,
senza se e senza ma, al fianco dei cittadini e dei lavoratori. Siamo tutti
fortemente impegnati nell’affrontare questi assai complessi temi e
nell’individuare soluzioni per problematiche che non sono affatto ristrette
agli steccati delle rispettive realtà aziendali, ma impattano sul tessuto
sociale ed economico dell’intera città più di quanto si immagini.
Conoscete tutti l’abnegazione, la cura e la
sollecitudine che dedico a ogni aspetto della crisi occupazionale ed economica
della città per attutirne per quanto possibile i nefasti effetti e per portarli
all’attenzione degli organi di governo non solo provinciali e regionali, ma
nazionali; conoscete, dunque, anche gli scenari che, in questi mesi, si sono
aperti e che possono offrire prospettive rassicuranti per il futuro di queste
realtà. Se queste realtà economiche hanno ancora un barlume di speranza di
sopravvivere alla tempesta perfetta che le travolge è grazie alla nostra
Amministrazione e alla buona politica che la sostiene.
Ma un’Amministrazione comunale è un
organismo complesso che necessita di un lavoro di squadra, di una forza
propulsiva che arrivi dall’intera coalizione. Dove l’unione dei singoli
soggetti faccia la forza di un progetto politico vincente. Quello stesso uscito
trionfante dalle urne del 2010. Per questo ritengo che l’impegno di tutti nella
difficile gestione della vita amministrativa della città debba consistere
nell’accettazione e nella pratica di pochi concetti molto semplici: collaborazione,
condivisione dei percorsi politici e rispetto reciproco. Recuperiamo, insomma,
quello spirito delle origini e quella mission della politica che i cittadini
stabiesi hanno voluto premiare, affidandoci l’onere e la responsabilità del
governo della cosa pubblica. Tutti insieme – consiglieri, forze politiche,
liste elettorali, forze sociali – abbiamo intelligenze ed energie capaci di
dare una svolta alla nostra città.
Le forze politiche presenti in Consiglio
comunale, unite a quelle senza rappresentanza istituzionale, possono dare un
contributo importante portando sui tavoli della politica i problemi della
gente, interfacciandosi con essa e da essa traendo suggerimenti e proposte per
il miglioramento complessivo delle condizioni di vita di tutti.
Questi miei auspici, sia ben chiaro, non
possono essere tradotti nell’azzeramento della dialettica e delle legittime
opinioni di ciascuno sia in seno alla coalizione sia nello scenario politico in
generale; non indicano né vogliono la massificazione delle individualità
sull’altare di un pensiero o di una
linea politica dominante. Al contrario manifestano l’esigenza reale di un
confronto leale tra noi, senza pregiudizi e personalismi di sorta, condotto
sempre sui binari della buonafede e del riconoscimento delle idee positive in
grado di portare un effettivo beneficio alla città. È necessario sviluppare una
politica aperta ai contributi di tutti e di ciascuno, dove possono trovare
cittadinanza tutte le proposte politiche provenienti provenienti da
qualsivoglia dei soggetti politici, sociali e
civici e dove la visibilità politica sia sempre riconosciuta
nell’interesse della collettività.
La condizione dello stare insieme può essere
espressa da queste parole: “Al primo posto l’interesse di Castellammare di
Stabia e il bene dei suoi cittadini”; non uno slogan, ma una pratica quotidiana
dell’agire politico. Una parola d’ordine senza la quale non c’è ragione di
stare insieme e non si sta insieme se non si condivide, se non si persegue
questo primario obiettivo. Una parola d’ordine che non riguarda la maggioranza
politica, ma può arrivare a coinvolgere tutta la classe dirigente di questa
città, nella chiarezza dei ruoli e nella trasparenza dei percorsi.
In questa fase, più che mai non dobbiamo
chiudere le porte in faccia a nessuno ma dobbiamo dare l’opportunità a chiunque
ami Castellammare di fornire il proprio apporto. Come me, tutti noi, da questo
momento, quale sia l’atteggiarsi degli altri, non dobbiamo più avere nemici
politici ma solo eventuali diversità di visione politica.
Di questo abbiamo bisogno, ora. Di ragionare
delle responsabilità che noi tutti abbiamo assunto davanti ai cittadini e di
quelle prossime venture che parlano il linguaggio delle grandi opere e dei
grandi progetti in rampa di lancio. E, nel fare questo, abbiamo il diritto e il
dovere, e lo rivendichiamo, di partire da un ormai acquisito e consolidato
patrimonio di credibilità costituito dalla concretezza, dall’evidenza, dalla
quantità e dalla complessità delle cose fatte in particolare nell’ultimo anno.
Siamo stati in grado di realizzare, malgrado tutte le difficoltà, sul versante
in particolare della quotidianità, gran parte del programma elettorale. La
gente lo sa e lo apprezza. Cantieri di rifacimento in più di metà delle strade
cittadine aperti e chiusi in pochi giorni, con un’esecuzione tecnica pressoché
perfetta rappresentano, ad esempio, un patrimonio di serietà di cui dobbiamo
andare orgogliosi. Problemi di viabilità risolti in pochi giorni, dopo decenni
di sofferenza, pezzi interi della città riqualificati e legalizzati senza i
traumi paventati da qualcuno e tutto il resto delle cose fatte che è inutile
elencare stanno a dimostrare innanzitutto a noi stessi che per me e per noi il
programma elettorale non era un luogo esclusivamente politico attraverso il
quale attrarre consensi, ma è stato ed è un canovaccio di cose da fare nel
miglior modo e nel più breve tempo possibile. Sulla base di questi fatti
concreti, di questa credibilità, i cittadini, che oggi veramente credono in
noi, sanno e si attendono che noi si vada avanti nella concretezza di un
programma di governo che abbiamo dimostrato, ribadisco, non essere una
dissertazione astratta e teorica ma un autentico e rigorosamente rispettato
programma di azione.
Il nostro è un patrimonio politico a cui
tutti noi dobbiamo continuare a dare un contributo in termini di idee,
proposte, progettualità, esperienze ed energia; un patrimonio di risultati che,
oggettivamente, abbiamo conseguito in questi primi anni di esperienza, grazie a
risultati visibili e concreti che anche il più scettico dei cittadini non ha
potuto che constatare e apprezzare dimostrando che a volte i cittadini hanno
una visuale più ampia di quanto la politica non sappia o non voglia darsi.
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