sabato 8 settembre 2012

Comune, Bobbio: in bilancio 2012 i semi per rilancio e sviluppo di Castellammare

Cari Amici,

non è dall’analisi del bilancio di previsione 2012 – pure contenente le basi dell’immediato sviluppo e rilancio della città e la cui votazione in Consiglio Comunale è ormai prossima – che traggo spunto per inviarVi queste mie riflessioni, ma dal bilancio ancorché parziale che la mia Amministrazione, con il Vostro sostegno, ha realizzato in questi primi due anni di governo.
Anni gravati dalle difficili condizioni delle casse comunali e acuiti dalla crisi internazionale che ha avuto conseguenze catastrofiche sull’Italia e sul suo Mezzogiorno; anni per di più caratterizzati dalle stringenti, e in alcuni casi asfissianti, prescrizioni imposte dalla Prefettura, a seguito degli accertamenti della Commissione d’Accesso nel 2009, finalizzate a ristabilire piena trasparenza, legittimità e regolarità all’azione della macchina comunale. Anni, a partire proprio dalla nostra vittoria elettorale, ossia dal 2010, in cui con un’unica espressione si può dire che è cambiato il mondo non solo dal punto di vista delle condizioni economiche, ma anche della normativa vigente, una normativa fattasi nel corso di questi due anni, e per le note vicende politiche nazionali e internazionali, fattasi via via sempre più stringente e rigorosa. Anni, quindi, dai quali per nostro dovere politico trarre una lezione, un insegnamento e una guida dell’azione amministrativa: il “partito della spesa” è morto con la crisi economica globale e l’unica vera modalità di azione politica che resta e che può generare e rafforzare il consenso dei cittadini è quella dell’impegno e dei risultati concreti nel nome dell’esclusivo interesse della collettività. Sia ben chiaro: ciò non è stato un male, ma al contrario – considerando i danni devastanti causati negli ultimi trent’anni dalla politica della spesa senza controllo per fare consensi – è stato un evento virtuoso e l’unico rammarico che può restare è che il mondo politico italiano, a tutti i livelli, invece di pervenire spontaneamente al ripudio della politica della spesa ha dovuto esservi costretto dagli eventi mondiali. Cerchiamo almeno di trarne una guida e un percorso sicuro per il nostro presente e per il nostro futuro politico.
Due sono gli assi portanti di una buona amministrazione, la nostra Amministrazione: la quotidianità e il disegno della nuova, grande Castellammare. Il primo obiettivo, dal punto di vista organizzativo e strutturale, è ormai in gran parte centrato e il consenso della gente comune, in quest’ottico, è  acquisito, consolidato e in crescita. Ed è stata proprio la nostra assoluta indipendenza da qualsivoglia centro di potere, più o meno legittimo, e l’attenzione esclusiva al raggiungimento di obiettivi di interesse collettivo che ci hanno permesso, in tempi incredibilmente rapidi, di raggiungere risultati che questa città ha atteso invano da decenni. Il secondo obiettivo è ora a portata di mano ed è ciò a cui tutti dobbiamo ora dedicarci, con la capacità e la serietà che abbiamo dimostrato di avere e con l’esperienza fin qui maturata. A tale secondo obiettivo abbiamo peraltro duramente lavorato in questi due anni per creare i percorsi amministrativi e recuperare procedure che sembravano ormai perse.
Esaminando nel dettaglio, il primo scorcio di consiliatura, circa un anno, è stato interamente assorbito, come accennato, dalla necessità di dare concreta attuazione alle prescrizioni prefettizie, il che non ha comunque impedito alla mia Amministrazione di operare, attraverso una azione politico-amministrativa riconoscibile, evidente, forte e incisiva, una netta inversione di tendenza in città al fine di affermare i principi che sono alla base della nostra vision politica: restituire fin da subito ai cittadini di Castellammare di Stabia vivibilità, dignità e legalità.
Oggi, superata anche peraltro una assai complessa e dispendiosa – in termini di energie e di tempo – attività di revisione dell’Ente comunale dal punto di vista dell’organizzazione, della gestione e delle procedure, è giunto il tempo di guardare la realtà stabiese attraverso le lenti graduate delle cose fatte e di quelle in cantiere, lenti che restituiscono una prospettiva nitida, chiara, dettagliata di una Castellammare orgogliosa della propria storia, delle proprie radici, del nuovo posto che la mia Amministrazione, la nostra Amministrazione sta costruendo per essa sotto il profilo della rinascita e del rilancio.
Nell’anno e più trascorso a risolvere i problemi ereditati, non abbiamo mai perso di vista la piattaforma programmatica che ci ha portato alla vittoria elettorale. Non abbiamo mai smesso di studiare, pianificare, gettare le fondamenta di quei grandi progetti e di quelle grandi opere che stanno trasformando, e trasformeranno, il volto di Castellammare di Stabia. Non abbiamo mai pensato che l’attività di risanamento dell’Ente, imposto dalla Prefettura, potesse essere una zavorra per l’attuazione del nostro programma. Anzi. Nonostante questo gravame, abbiamo lavorato – dissodando il terreno – per seminare ciò che è pronto a sbocciare e, in alcuni casi, sta già sbocciando.
Parole come PiuEuropa, Housing sociale, Piano Casa, Waterfront, Nuovo Piano Urbanistico Comunale, Asi, Put, riqualificazione della Villa Comunale, il nuovo Prg del Porto con la connessa realizzazione del bacino di costruzione, la soppressione della tratta delle Fs con Gragnano e quella, in itinere, con Torre Annunziata, il Contratto di Quartiere non sono parole vuote, ma hanno carne e sangue e affondano le radici nel grande impegno che la mia Amministrazione ha profuso e sta profondendo per realizzarle, anche e soprattutto con il Vostro prezioso contributo. Non solo per trasformare la vivibilità e l’estetica di Castellammare, ma anche e soprattutto per dare una prospettiva occupazionale a giovani e famiglie. La città si trasformerà a breve in quel gigantesco cantiere per anni sognato e che, a breve, potrà prendere corpo. L’edilizia metterà in moto un moltiplicatore dello sviluppo capace di ridare ossigeno all’economia e impulso al commercio e all’imprenditoria, come mai prima si sarebbe immaginato di ottenere. E sarà un impulso sano, competitivo, autentico, gravido di ricadute positive.
Per riuscirci abbiamo dovuto fare sistema, creare un network che collegasse l’Amministrazione comunale agli Enti sovraordinati: Provincia e Regione. Ci siamo riusciti. Quella che in campagna elettorale amavo definire filiera istituzionale ha funzionato. Il rapporto, mio tramite, con il Presidente della Provincia e con il Presidente della Regione è un valore aggiunto che il nostro territorio può e deve mettere a frutto per le infinite possibilità di intervento di programmazione e di attuazione che ora sì possono finalmente essere concretizzate a Castellammare di Stabia, la nuova Castellammare di Stabia; una città dove la gloriosa tradizione cantieristica potrà tranquillamente e organicamente inserirsi in un contesto armonico dove trovano allocazione e funzionamento i meccanismi produttivi del turismo, non più solo stagionale, ma annuale, legato alle specialità territoriali (archeologia, termalismo, bellezze naturalistiche, storia e cultura), e quelli di una nuova imprenditorialità artigiana e industriale a basso impatto ambientale. Modelli di sviluppo sostenibile che oggi stanno diventando realtà. Castellammare di Stabia è ormai diventata baricentro dell’intero territorio come dimostrano la scelta del Parco regionale dei Monti Lattari di insediare la propria sede nella Reggia di Quisisana, o ancora il ruolo primario assunto nell’ambito della portualità e della logistica in generale, facilitato anche dagli interventi di viabilità adottati sia nel territorio cittadino sia in quegli snodi di comunicazione che, nel passato, hanno di molto rallentato la circolazione da e per le mete turistiche della penisola sorrentina. Da oggi, e grazie a noi, Castellammare non è più l’ultimo Comune della costa del Vesuvio ma è diventata la porta d’ingresso effettiva della Penisola.
Certo, ci sono le difficoltà congiunturali, quelle cioè che non possono essere previste nemmeno ricorrendo alla più dettagliata pianificazione strategica: la crisi nazionale e internazionale si è abbattuta con inusitata violenza alle nostre latitudini, aggravando oggettivamente situazioni già di per sé gravemente compromesse. Le crisi occupazionali che hanno investito la Fincantieri, l’Avis, le Terme di Stabia (solo per rifarci a quegli esempi emblematici che noi tutti conosciamo bene) hanno trovato nella mia Amministrazione e nelle forze politiche che la sostengono interlocutori attenti, coi piedi per terra, propositivi e soprattutto vicini. Questo era ed è il significato dello slogan che accompagnò, caratterizzandola, la mia campagna elettorale: Al tuo fianco. La mia Amministrazione, la nostra Amministrazione è, senza se e senza ma, al fianco dei cittadini e dei lavoratori. Siamo tutti fortemente impegnati nell’affrontare questi assai complessi temi e nell’individuare soluzioni per problematiche che non sono affatto ristrette agli steccati delle rispettive realtà aziendali, ma impattano sul tessuto sociale ed economico dell’intera città più di quanto si immagini.
Conoscete tutti l’abnegazione, la cura e la sollecitudine che dedico a ogni aspetto della crisi occupazionale ed economica della città per attutirne per quanto possibile i nefasti effetti e per portarli all’attenzione degli organi di governo non solo provinciali e regionali, ma nazionali; conoscete, dunque, anche gli scenari che, in questi mesi, si sono aperti e che possono offrire prospettive rassicuranti per il futuro di queste realtà. Se queste realtà economiche hanno ancora un barlume di speranza di sopravvivere alla tempesta perfetta che le travolge è grazie alla nostra Amministrazione e alla buona politica che la sostiene.
Ma un’Amministrazione comunale è un organismo complesso che necessita di un lavoro di squadra, di una forza propulsiva che arrivi dall’intera coalizione. Dove l’unione dei singoli soggetti faccia la forza di un progetto politico vincente. Quello stesso uscito trionfante dalle urne del 2010. Per questo ritengo che l’impegno di tutti nella difficile gestione della vita amministrativa della città debba consistere nell’accettazione e nella pratica di pochi concetti molto semplici: collaborazione, condivisione dei percorsi politici e rispetto reciproco. Recuperiamo, insomma, quello spirito delle origini e quella mission della politica che i cittadini stabiesi hanno voluto premiare, affidandoci l’onere e la responsabilità del governo della cosa pubblica. Tutti insieme – consiglieri, forze politiche, liste elettorali, forze sociali – abbiamo intelligenze ed energie capaci di dare una svolta alla nostra città.
Le forze politiche presenti in Consiglio comunale, unite a quelle senza rappresentanza istituzionale, possono dare un contributo importante portando sui tavoli della politica i problemi della gente, interfacciandosi con essa e da essa traendo suggerimenti e proposte per il miglioramento complessivo delle condizioni di vita di tutti.
Questi miei auspici, sia ben chiaro, non possono essere tradotti nell’azzeramento della dialettica e delle legittime opinioni di ciascuno sia in seno alla coalizione sia nello scenario politico in generale; non indicano né vogliono la massificazione delle individualità sull’altare di un pensiero  o di una linea politica dominante. Al contrario manifestano l’esigenza reale di un confronto leale tra noi, senza pregiudizi e personalismi di sorta, condotto sempre sui binari della buonafede e del riconoscimento delle idee positive in grado di portare un effettivo beneficio alla città. È necessario sviluppare una politica aperta ai contributi di tutti e di ciascuno, dove possono trovare cittadinanza tutte le proposte politiche provenienti provenienti da qualsivoglia dei soggetti politici, sociali e  civici e dove la visibilità politica sia sempre riconosciuta nell’interesse della collettività.
La condizione dello stare insieme può essere espressa da queste parole: “Al primo posto l’interesse di Castellammare di Stabia e il bene dei suoi cittadini”; non uno slogan, ma una pratica quotidiana dell’agire politico. Una parola d’ordine senza la quale non c’è ragione di stare insieme e non si sta insieme se non si condivide, se non si persegue questo primario obiettivo. Una parola d’ordine che non riguarda la maggioranza politica, ma può arrivare a coinvolgere tutta la classe dirigente di questa città, nella chiarezza dei ruoli e nella trasparenza dei percorsi.
In questa fase, più che mai non dobbiamo chiudere le porte in faccia a nessuno ma dobbiamo dare l’opportunità a chiunque ami Castellammare di fornire il proprio apporto. Come me, tutti noi, da questo momento, quale sia l’atteggiarsi degli altri, non dobbiamo più avere nemici politici ma solo eventuali diversità di visione politica.
Di questo abbiamo bisogno, ora. Di ragionare delle responsabilità che noi tutti abbiamo assunto davanti ai cittadini e di quelle prossime venture che parlano il linguaggio delle grandi opere e dei grandi progetti in rampa di lancio. E, nel fare questo, abbiamo il diritto e il dovere, e lo rivendichiamo, di partire da un ormai acquisito e consolidato patrimonio di credibilità costituito dalla concretezza, dall’evidenza, dalla quantità e dalla complessità delle cose fatte in particolare nell’ultimo anno. Siamo stati in grado di realizzare, malgrado tutte le difficoltà, sul versante in particolare della quotidianità, gran parte del programma elettorale. La gente lo sa e lo apprezza. Cantieri di rifacimento in più di metà delle strade cittadine aperti e chiusi in pochi giorni, con un’esecuzione tecnica pressoché perfetta rappresentano, ad esempio, un patrimonio di serietà di cui dobbiamo andare orgogliosi. Problemi di viabilità risolti in pochi giorni, dopo decenni di sofferenza, pezzi interi della città riqualificati e legalizzati senza i traumi paventati da qualcuno e tutto il resto delle cose fatte che è inutile elencare stanno a dimostrare innanzitutto a noi stessi che per me e per noi il programma elettorale non era un luogo esclusivamente politico attraverso il quale attrarre consensi, ma è stato ed è un canovaccio di cose da fare nel miglior modo e nel più breve tempo possibile. Sulla base di questi fatti concreti, di questa credibilità, i cittadini, che oggi veramente credono in noi, sanno e si attendono che noi si vada avanti nella concretezza di un programma di governo che abbiamo dimostrato, ribadisco, non essere una dissertazione astratta e teorica ma un autentico e rigorosamente rispettato programma di azione.
Il nostro è un patrimonio politico a cui tutti noi dobbiamo continuare a dare un contributo in termini di idee, proposte, progettualità, esperienze ed energia; un patrimonio di risultati che, oggettivamente, abbiamo conseguito in questi primi anni di esperienza, grazie a risultati visibili e concreti che anche il più scettico dei cittadini non ha potuto che constatare e apprezzare dimostrando che a volte i cittadini hanno una visuale più ampia di quanto la politica non sappia o non voglia darsi.

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