“Il 18 settembre scorso, nel corso di un consiglio comunale
convocato sulla questione Varano, si è consumato l’ennesimo atto di disprezzo di
una parte delle opposizioni nei confronti dei cittadini stabiesi e delle loro
necessità allorquando fecero mancare il numero legale impedendo così di votare
un ordine del giorno, presentato dal consigliere Melisse, sottoscritto dai
consiglieri di maggioranza e condiviso in conferenza dei capigruppo, ordine del
giorno con il quale si intendeva porre delle basi serie per affrontare ed
avviare a soluzione la variegata ed articolata questione edilizia Varano. A
quelle opposizioni, cui evidentemente non importa niente dei cittadini, parve
più conveniente tentare di privare la città anche di quest’ulteriore virtuosa
occasione con un trucchetto di furbizia politica, piuttosto che dare il loro
contributo alla instaurazione, dopo molti e molti anni, di un percorso
amministrativamente e giuridicamente corretto sull’area”.
Lo ha
detto il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio.
“Io mi
sono sentito, tuttavia, vincolato politicamente, civilmente e moralmente da
quell’iniziativa e ho deciso, nella profonda consapevolezza che la questione
Varano va affrontata e impostata in una maniera saggia e virtuosa che tenga
conto della complessità del fenomeno e non ricalchi i giochetti, gli artifizi e
le illegalità della precedente Amministrazione, di adottare, proprio secondo
quanto dicevano la lettera e lo spirito di quell’odg, una direttiva di
indirizzo ai dirigenti competenti riguardante, per l’appunto, l’area
archeologica di Varano. Ho, pertanto, impartito direttive agli uffici tecnici
comunali di condurre ogni approfondimento necessario alla definizione
urbanistica dell’intera area, anche in prospettiva del suo rilancio e alla luce
dell’ormai imminente e nuovo piano paesistico regionale e dell’altrettanto
imminente avvio dell’iter per la formulazione del piano urbanistico comunale –
ha continuato Bobbio -. Tale atto è stato da me ritenuto necessario e
indifferibile anche per poter finalmente mettere l’Ente nelle condizioni di
affrontare, in maniera articolata, una questione complessa in cui diverse
porzioni di quel territorio sono interessate da diverse priorità che vanno
messe in equilibrio tra loro: salvaguardare il patrimonio archeologico e
metterlo al servizio dello sviluppo della città tutelando al contempo le
aspettative di centinaia di cittadini stabiesi in relazione al proprio bisogno
di abitazione. Ho pertanto affidato agli uffici tecnici di attivare i percorsi
utili e necessari a consentire di operare le indispensabili valutazioni di
interesse archeologico assicurando altresì, attraverso una interlocuzione con
la Sovrintendenza archeologica di Napoli-Pompei, che lo scopo di tutela in
conformità dell’orientamento giurisprudenziale in materia venga circoscritto e,
in questo modo, anche rafforzato, a quei casi in cui sia stata effettuata una
precisa individuazione e valutazione del vincolo, anche alla luce di quanto
disposto dalle note tecniche al Prg vigente per le zone destinate a parco
archeologico”.
“In buona sostanza, ferme
restando, nel rispetto della normativa vigente, le procedure relative a
interventi edilizi operati su aree pubbliche, in ordine ai quali non è
possibile frapporre alcun ostacolo all’esecuzione dei provvedimenti, la mia
direttiva affida ai dirigenti dei settori tecnici l’avvio di tutti gli
approfondimenti necessari, in forte sinergia operativa con l’istituzione
Sovraintendenza, a definire e individuare in maniera organica e conclusiva le
sole aree sulle quali possa ritenersi, secondo la giurisprudenza in materia,
effettivamente operativo ed esistente il vincolo in riferimento all’effettiva
esistenza di un interesse archeologico”, ha concluso il primo cittadino.
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