venerdì 12 ottobre 2012

Stazione, Bobbio: ecco le prove che anche il centrosinistra voleva sospendere tratta Il sindaco: il protocollo d’intesa firmato da Cascetta e Vozza. E ora i parolai che dicono?

Verba volant, scripta manent. Non hanno avuto nemmeno l’accortezza e il buonsenso di informarsi o spulciare l’archivio quanti, in questi giorni, hanno inserito il pilota automatico delle banalità e delle falsità sulla stazione Fs di Castellammare di Stabia, la cui riapertura è stata solo frettolosamente annunciata dall’assessore Vetrella, dopo la delibera di giunta regionale dell’agosto scorso che ne decretava – come richiesto dall’Amministrazione comunale del sindaco Luigi Bobbio e come concordemente convenuto dall’intero governo regionale – la sospensione e la successiva chiusura.
I vari Francesco Borrelli, Tonino Scala, Tonino Amato, Mario Casillo, Nello Di Nardo, Anita Sala e compagnia parolaia, sindacati, rappresentanti dei comitati civici e dei pendolari (quei pochissimi che usavano il treno e a cui, evidentemente, la soluzione alternativa del trasporto su gomma per Torre Annunziata non piace proprio, vai a capire il perché…) avrebbero potuto almeno informarsi prima di parlare. Perché ciò che l’Amministrazione Bobbio è riuscita a ottenere in poco più di due anni e mezzo, ovvero la «liberazione» di corso De Gasperi da una linea ferroviaria «fantasma», invano aveva cercato di ottenerlo anche l’Amministrazione Vozza, come si evince dal protocollo d’intesa tra Regione Campania (all’epoca a guida bassoliniana), Comune di Castellammare appunto e Fs sistemi urbani srl. Un protocollo d’intesa siglato il 26 giugno 2009 – di cui, con ogni evidenza, nemmeno l’assessore Vetrella sa colpevolmente nulla, perché? – avente come obiettivo letteralmente – «la verifica di fattibilità del riassetto complessivo dei collegamenti su ferro nell’ambito del Comune di Castellammare da e per Torre Annunziata e Gragnano, con la delocalizzazione della nuova stazione di Castellammare (lato Torre Annunziata) e la trasformazione della linea per Gragnano».
“Che cos’hanno da dire il Pd, Sel, i Verdi e Idv, adesso? Ovviamente, nulla perché non si è trattato di una semplice dimenticanza o di una disinformazione, ma di una pura e semplice strumentalizzazione e mistificazione della realtà – commenta il sindaco Luigi Bobbio -. Per questi soggetti politici, la verità è una variabile relativa, assolutamente e totalmente soggetta alle convenienze politiche del momento e, in nome di queste ultime, sono pronti a coprirsi di ridicolo e di vergogna smentendo perfino se stessi. Pur di avversare le mie scelte amministrative e i miei risultati concreti, ancora una volta, si sono dimostrati più che pronti e disposti a mettersi sotto i piedi gli interessi di una intera città, purtroppo trovando la facile e pelosa compagnia della solita sparuta pattuglia di cittadini protestatari a prescindere”.
“E la risibile, buffonesca e cialtronesca fanta-ipotesi della speculazione edilizia criminale, cui gli esponenti di Sel e Verdi hanno fatto riferimento in questi giorni, non si affacciò nei loro «cervellini» quando il loro «dux conducator victoriosus» Vozza siglava con penna d’oca un protocollo d’intesa che poi non riuscì nemmeno a tradurre in fatti? Il «gloriosus» non era, allora come oggi, il loro leader e soggetto esponenziale per eccellenza? Perché il «gloriosus», stranamente, oggi su questa vicenda tace? Cari amici di Pd, Verdi, Sel e Idv, decisamente la coerenza non è fra le vostre preclare virtù”, ha concluso Bobbio. 

ECCO IL PROTOCOLLO DI INTESA






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