“Stimo
umanamente e professionalmente il dott. Alessandro Pennasilico, già mio
collega in magistratura. Devo, tuttavia, questa volta, rilevare che ha
perso un’ottima occasione per tacere, cosa che normalmente non gli
accade. Per la verità, io e non solo io, mi sono stufato di quei
magistrati che vivono convinti che il fatto di indossare una toga li
abiliti a concionare e a trinciare giudizi su cose e ambienti che non
conoscono neanche lontanamente manifestando così, nella migliore delle
ipotesi, una supponenza e una arroganza di fondo che certamente non fa
bene né alla loro professione né alla ordinata convivenza civile. In
questa vicenda, il dott. Pennasilico si sente in diritto, con ogni
solare evidenza, di parlare di cose che neanche lontanamente conosce,
almeno mi auguro, visto che non risultano sue personali dirette
esperienze politiche. Probabilmente, a parte qualche simpatia politica
personale, che sono convinto non abbia rilevato nella sua esternazione, è
rimasto vittima di un ormai purtroppo consolidato meccanismo
mediatico-giudiziario in virtù del quale conviene, a certa stampa,
lusingando purtroppo l’innata vanità dell’essere umano, indurre taluni
magistrati, anche seri, a esternazioni nei più vari campi dello scibile
umano, preferibilmente di taglio politico”.
Lo ha detto il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio.
“Quello
che resta è un senso di profondo fastidio nei confronti di un signore
che, senza averne alcun titolo, in maniera suggestiva e godendo
dell’aura di santità, di onniscienza e di custodi della moralità che una
certa stampa, con loro grande comodo e piacere, spalma addosso a certa
magistratura, ancora una volta ha esternato in maniera tanto suggestiva e
surrettizia tanto infondata e ignorante su questioni e ambiti che non
conosce e che mai conoscerà. Ogni uomo politico di questo Paese, a
questo punto, farebbe bene a invitare i vari dott. Pennasilico che la
magistratura annovera a farsi una settimana di «uditorato» con chi fa
politica e amministra in una città di 70mila abitanti o di 50mila o
20mila o di 150mila, piena di tutti i problemi del mondo e in un tessuto
sociale sconnesso e degradato quant’altri mai. E dopo quella settimana,
dovrebbe sentirsi chiedere dal suo amministratore affidatario: «Uomo
candido, se adesso ti faccio vedere 50 cittadini tra i quali certamente
vi sono due delinquenti o parenti di delinquenti, me li sai indicare»?”,
ha concluso Bobbio.
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