“Faccio
una premessa che vale per tutto, ossia: ammesso che la storia vera.
Diversamente, chiedo scusa sin d’ora per essere stato indotto in
inganno. Spero che non sia vero. Spero che non sia stata la terza carica
dello Stato, Gianfranco Fini, a vergare e a firmare con le sue preziose
mani istituzionali la presunta lettera al Prefetto di Napoli con
richiesta di notizie sull’altrettanto presunta targa per l’aula
consiliare di Castellammare di Stabia. Spero che, a vergare il pregevole
scritto, sia stato non più di qualche anonimo attaché di segreteria
mosso dalla «catena di comando» Sicignano-Bocchino-Presidenza della
Camera. Ma in un caso come nell’altro, l’unico commento che mi viene è:
che tristezza!”.
Lo
ha detto il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio,
commentando alcune notizie di stampa relative a una richiesta di
spiegazioni, avanzata dal Presidente della Camera dei deputati, al
Prefetto di Napoli sulla mancata apposizione di una targa in consiglio
comunale.
“Della
serie un «grande futuro dietro le spalle»: la terza carica dello Stato
(per definizione super-partes) che si riduce a gestirsi come un
qualunque segretariuccio di una sezioncella di periferia del suo
partitino, Fli. Ps: mi sembra che, peraltro, in questa storia, se vera,
ci potrebbe anche stare un filino di abuso, ma questo lo lasciamo
eventualmente alla Procura di Roma se dovesse ritagliare cinque minuti
dalla fervente attività indagativa sull’omicidio volontario nei
confronti dei nostri marò”, ha concluso Bobbio.
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