Il sindaco Luigi Bobbio, con una nota indirizzata al prefetto di Napoli, Andrea Di Martino, chiude definitivamente la querelle sull’aula consiliare «Falcone e Borsellino», sollevata e alimentata da un consigliere comunale di opposizione.
Il primo cittadino ha inteso ribadire, in ogni caso, che la «delibera consiliare ha trovato puntuale attuazione» in quanto negli «atti ufficiali del Comune l’aula consiliare è già denominata “Sala Consiliare Falcone e Borsellino”», evidenziando inoltre l’assoluta infondatezza e pretestuosità della questione sollevata dal consigliere e strumentalizzata dagli organi del suo partito, anche sulla base di una totale ignoranza della materia, in quanto non si deve dimenticare «che l’affissione o l’infissione di una targa non rappresentava, non rappresenta e non può rappresentare un portato necessario dell’avvenuta intitolazione, restando, al più, una determinazione autonoma, eventuale e su base puramente volontaria della presidenza del Consiglio o, al più, del sindaco».
Bobbio ha sottolineato, ancora, che l’«intitolazione di un’aula e quindi per definizione di un luogo chiuso all’interno di un edificio (comunque nella già avvenuta utilizzazione del nuovo nome in atti ufficiali) in quanto tale è un evento “onomastico” e non “toponomastico”» e che «nella normalità un’intitolazione è un evento formale che non necessariamente deve tradursi in una apposizione tabellare, in quanto,se in caso di intitolazione di strade, piazze, vie, giardini la intitolazione del luogo, per essere conoscibile, necessita della infissione di una targa o di una lapide, la intitolazione di un ambiente circoscritto, in mancanza di espressa previsione, ben può risolversi nella individuazione dello stesso comeluogo intitolato in documenti ufficiali per esempio l’atto di convocazione di un Consiglio Comunale».
Il primo cittadino, rivendicando l’«indiscutibile principio costituzionalmente sancito e rigidamente difeso dell’autonomia dell’Ente locale», ha comunque annunciato che l’«Amministrazione comunale, nelle persone del presidente del consiglio comunale» e dello stesso primo cittadino, «con un pizzico di attenzione e di ponderazione in più» rispetto al consigliere comunale in questione, ha preferito «per libera e volontaria scelta programmare di provvedere alla infissione della targa stessa, con apposita cerimonia, il 23 maggio p.v. giorno in cui si celebrerà il XX anniversario delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio», prescindendo comunque dalle sollecitazioni dello stesso consigliere.
Nessun commento:
Posta un commento