giovedì 17 marzo 2011

Unità d'Italia, Bobbio: federalismo banco di prova per Sud virtuoso

                                                               (Ph. Manzo)
“Parlando di unità nazionale nel 150esimo anniversario, è corretto, dal punto di vista di noi meridionali, ricordare anche la questione meridionale, tanto più in tempi di cosiddetto federalismo. Possiamo ben dire, infatti, che essa esiste ma è cosa ben diversa da quella trattata da Giustino Fortunato, non potendosi più parlare infatti di essa come di una condizione di sottosviluppo o di diverso e perdente modello di sviluppo. La questione meridionale, oggi, si è infatti trasformata in una storia tutta meridionale intessuta di decenni di cattiva gestione locale, politica e amministrativa, che però ha coinvolto anche lo Stato nazionale nelle sue plurime manchevolezze nei confronti del Sud. Una storia, quella degli ultimi decenni, che si è saldata in maniera perversa con la questione meridionale di ottocentesca memoria”.
Lo ha detto il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio, intervenendo questa mattina al convegno “Unità d'Italia e costituzionalismo”.
“Quello che oggi tutti chiamano federalismo e che, in realtà, è un regionalismo molto spinto, in quanto la sua base è quella delle regioni cui si dà una forte capacità impositiva e programmatica senza sovranità, non è certo la base del federalismo autentico che è invece quella degli stati sovrani che rinunciano a tutta o parte della loro sovranità in favore del governo federale. Quello che oggi si concretizza in Italia è, quindi, un federalismo prevalentemente economico che, se lo si legge in considerazione delle vere origini storiche del movimento leghista, risponde (e in qualche modo rimedia) alle logiche di cattiva gestione statale e di effettiva disomogeneità tra i diversi modelli di gestione locale fra le regioni del Centro Nord e quelle del Sud. Tale diversità di modelli, in particolare, veniva fino all'avvento dell'odierno federalismo compensata a spese dello Stato e a danno delle regioni virtuose. Se si parte da queste doverose prese d'atto, senza ideologismi e condizionamenti di sorta, appare allora evidente la nostra missione di campani, di meridionali 'federali' ma unitari: una missione che parla certamente di appello alla solidarietà, ma che non può prescindere, affinché esso sia credibile e recepibile, da un nostro forte atteggiamento di autocritica per il passato, di ammissione degli innumerevoli errori politici e amministrativi commessi, di necessità di autoriforma della politica e delle classi politiche meridionali; di autoriforma dei perversi modelli di gestione meridionali”, ha continuato Bobbio.
“In sintesi, potremmo oggi dire che anche noi meridionali abbiamo 'causato' l'inarrestabile spinta federalista, ne siamo 'colpevoli' e tocca quindi anche a noi evitarne le ricadute più pericolose e fare in modo che le potenzialità di questo cosiddetto federalismo, la sua innegabile potenzialità di spinta al recupero da parte del Sud e delle sue classi dirigenti di modelli finalmente virtuosi di politica e di gestione del territorio, si trasformi in realtà”, ha concluso il sindaco.

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