(Ph. Manzo) |
Lo ha detto il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio.
“È facile, infatti, tornare con la memoria alle vicende collegate all’omicidio del consigliere del Pd di Castellammare di Stabia, Gino Tommasino, e alle indagini che ne sono scaturite, che hanno consentito di alzare il sipario su intrecci gravissimi tra esponenti del Pd stabiese e ambienti criminali della stessa città, al punto da registrare, in queste ultime ore, importanti prese di posizione del fratello della vittima, che ha senza mezzi termini dichiarato: 'La camorra del Pd ha ucciso mio fratello'. Ma l’indecenza del Partito democratico, ovviamente, non si ferma a livello regionale campano, ma si spinge a livello nazionale, nel momento in cui esponenti del Pd tentano di estendere le velenose ricadute di una vicenda giudiziaria di queste ore, che dovrà essere vagliata e chiarita nelle successive fasi del procedimento, al sindaco di Roma, Gianni Alemanno. In questo caso”, ha continuato Bobbio, “la strumentalizzazione è talmente sfacciata da essere ridicola. Chiunque conservi un minimo di serietà e di equilibrio, oltre che di onestà intellettuale, dovrebbe sapere bene quale sia la scorrettezza del tentativo di estendere al primo cittadino di Roma una vicenda che riguarda un dipendente della sua Amministrazione. Sarebbe come voler coinvolgere il sindaco di una grande città governata dal centrosinistra, per esempio Napoli, negli arresti che, purtroppo negli ultimi anni, sia per camorra che per altri fatti, avessero coinvolto dipendenti comunali o appartenenti alla maggioranza. Rifiutiamo per formazione e per convinzione una cultura del sospetto oggi alimentata da quel soggetto politico, il Partito democratico, che – anche sotto questo aspetto – non ha niente da insegnare a nessuno né può bacchettare chicchessia”, ha concluso Bobbio.
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