(Ph. Manzo) |
Lo ha detto il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio.
“Voglio essere chiaro fin da adesso: ricordo a tutti e a nessuno che per cultura, carattere, formazione e statura politica (e me lo dico da solo) non mi sono mai fatto, non mi faccio e non mi farò mai mettere sotto botta da nessuno. Mi sono candidato e sono stato eletto da questa città con l’aiuto di tutti, ma con il “decisivo contributo” della mia faccia e della mia storia, per tentare il salvataggio disperato. E quanto sia disperato il tentativo lo abbiamo verificato in questo primo anno di Amministrazione. Non mi sono candidato perché, forse diversamente da altri, se non avessi fatto il sindaco, non avrei saputo che altro fare. Mi sono candidato e sono stato eletto sindaco dai cittadini per salvare la città. È per questa decisiva ragione che nessun pellegrino può ritenere di potermi condizionare o intimidire, perché è bene che tutti sappiano che io mi batterò come un leone fino all’ultimo per restare il sindaco di questa città al solo fine di garantire il presente e il futuro dei suoi cittadini. Chi condivide con me questa missione lo dica ora e ci stia fino in fondo, chi non condivide questa missione faccia altrettanto. L’unica cosa che non posso permettere è che qualcuno, ancora più decrepito politicamente degli anni che ha, possa pensare di infinocchiare la gente, ammantando con le solite vuote formulette politiche le proprie sozze aspirazioni personali. In questo momento, le aspirazioni personali non contano per nessuno, ma contano i bisogni e gli interessi della città. Allo stesso modo, non permetto più ai soliti ben noti quaquaraqua della politica stabiese, buoni per tutte le stagioni, di continuare a sproloquiare per luoghi comuni, cui ormai non credono più nemmeno i loro stretti congiunti: solamente un ingenuo o una persona in malafede, conoscendo il disastro economico, finanziario, strutturale della macchina comunale, della sue risorse umane e della città, può osare sostenere che quest’Amministrazione sia rimasta ferma in quest’anno o, peggio ancora, che non abbia attuato le linee programmatiche”, ha continuato Bobbio.
“Io mi domando e dico a tutti: quale politicamente sprovveduto può pensare che un’Amministrazione programmata su cinque anni debba realizzare nel primo anno i suoi obiettivi programmatici; quale politicamente sprovveduto può pensare di far credere che si possa mettere mano alle linee programmatiche prima di avere risanato lo sfacelo che i nostri predecessori ci hanno consegnato; quale politicamente sprovveduto può pensare di far credere che risanare in gran parte la macchina comunale, la sua organizzazione, avviare al risanamento le società partecipate, mettere le basi per il risanamento finanziario del Comune, cominciare a ridare alla città sicurezza e legalità (che mi rendo conto non interessano a tutti) non sia già aver cominciato ad attuare parte del programma elettorale; quale politicamente sprovveduto può pensare di far credere che una serie enorme di importanti interventi strutturali da fare in città, ereditata dal recente passato, si possa fare in meno di un anno con questa mancanza di personale e di risorse? La “centralità della politica” ha fatto il suo tempo, almeno nel significato tristemente chiaro che danno a quest’espressione i nostri cari pattisti. L’unica centralità della politica che conosco è quella del lavorare insieme per risolvere i problemi della città. Mi fermo qui, ma nei prossimi giorni la città sarà doviziosamente informata delle gravi responsabilità omicidiarie nei suoi confronti che si assumerà chiunque, componente della maggioranza, non voterà il bilancio di cui ha condiviso l’impostazione e le linee guida, perché illustrerò dettagliatamente tutte le occasioni per la città che vi sono presenti e che saranno inesorabilmente perse per sempre se il bilancio non verrà votato. Non è più tempo per le leggi mancia e per la certosina coltivazione dei dieci, venti, trenta o quattrocento voti del singolo consigliere. I voti si fanno, si mantengono e si incrementano con l’azione politica di governo della città e non con l’azione impolitica di approfittamento dell’Amministrazione. Nessuno può chiedere e tantomeno pretendere condivisione e concertazione sul programma di governo della città: non c’è una differenza tra il programma elettorale e il programma di governo e, poiché il programma lo abbiamo condiviso e concertato in campagna elettorale, allo stesso modo il programma di governo è già condiviso e concertato. Chi oggi chiede condivisione e concertazione sul programma di governo fa ricorso a un argomento strumentale, ma in realtà ha l’unica possibile intenzione di cercare di condizionare la gestione dell’Amministrazione. Tutto ciò dopo aver ottenuto, senza nessuna fatica, la convocazione permanente di un tavolo inter-partitico e dopo aver trovato, ad ogni riunione dello stesso altrettante ottime e pretestuose ragioni per non sedersi a quel tavolo. Ora e per ora non ci resta che attendere che la maggioranza, quella vera, faccia sentire la sua voce con una semplice considerazione: non si accettano più distinguo pretestuosi e sospetti. In questa situazione, la maggioranza o c’è o non c’è. Cari amici pattisti e simpatizzanti, uscite dall’autoreferenzialità: Castellammare e gli stabiesi (circa settantamila persone) se ne fregano delle vostre elucubrazioni spesso poco chiare negli obiettivi. A Castellammare e agli stabiesi interessa che quest’Amministrazione e la sua maggioranza, in maniera limpida ed efficace, li tirino fuori dal guado, e sanno bene – e sono pronti a giudicare – che chi mette in difficoltà quest’Amministrazione mette in difficoltà la città. Dobbiamo amministrare cinque anni, come ci è stato richiesto, ed è dovere di tutti noi rendere conto a tutti i cittadini non già ai nostri serbatoi elettorali”, ha concluso Bobbio.
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