“Il
comunicato stampa falsamente intestato all’intera RSA della
Multiservizi e il successivo disconoscimento dello stesso, nella
paternità e nel merito, da parte di due sigle sindacali dimostra, in
maniera solare, quali sono i sommovimenti interni che si stanno agitando
tra alcuni dipendenti e quali ne sono le reali motivazioni. Non a caso,
le due sigle sindacali in questione testualmente dichiarano di
dissociarsi «fermamente dalle accuse infamanti e false riportate nel
comunicato diffuso da altre sigle sindacali». È arrivato, pertanto, il
momento di dire basta”.
Lo ha detto il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio.
“La
società Multiservizi mi era stata lasciata, va quasi senza dire, in
condizioni economiche agoniche e con una situazione di caos aziendale a
dir poco devastante. C’è voluto più di un anno per cominciare a venire a
capo della situazione e per avviarla a positiva soluzione. Da circa
dieci giorni, sono infatti partite da parte del management della società
le prime iniziative concrete volte all’obiettivo del vero e stabile
risanamento interno dell’azienda. Una premessa va fatta: le cose che sto
per dire non vanno contro la generalità dei lavoratori della
Multiservizi che rispetto e che continuerò a difendere, e nel cui
interesse si muove anche il management, e nemmeno contro chi, in
passato, pur si è impegnato in una impossibile operazione di
risanamento, rimando alla fine isolato. Le cose che sto per dire vanno,
invece, frontalmente nella direzione di quei pochi soggetti che per anni
sono stati conniventi, funzionali e parte attiva di un sistema
profittatorio di mala gestio che ha servito e si è servito di alcuni esponenti della vecchia classe politica”, ha aggiunto Bobbio.
“All’atto
del mio insediamento avrei potuto fare, con la mia maggioranza, la
scelta più facile e forse più comoda: far fallire la società. Abbiamo
preferito, invece, (ma vedo che la riconoscenza evidentemente non
appartiene a questi soggetti) metterci in gioco per salvare innanzitutto
i posti di lavoro. E ci siamo riusciti, tant’è che oggi, a prescindere
dalle ormai partite iniziative di ripulitura aziendale, la società è in
equilibrio economico con immediate prospettive di forte rilancio. Evidentemente,
ciò non piace a qualcuno, all’interno e all’esterno dell’azienda, che
pensava, avendo vinto il centrodestra, di potersi sostituire al
guidatore precedente e continuare ad approfittare del sistema. Così non è
stato. La palude di approfittamenti vari ha cominciato ad esser
prosciugata da un management che segue perfettamente le indicazioni
politiche di un’Amministrazione, la mia, che per la primissima volta
esercita il controllo analogo sulla società, e quindi a questo qualcuno
sono saltati i nervi ed ha iniziato a tentare di montare un parapiglia
per cercare di creare le condizioni, probabilmente sostenuto da qualcuno
all’esterno, per avvicendare il management e quindi fermare
l’opera di risanamento interno. È partita, da qualche settimana, quindi,
un’azione di attacco al management perché qualcuno (sia interno che
esterno alla società) sta perdendo, grazie all’azione congiunta e
coordinata da me e tra loro del presidente, del direttore generale e del
vice direttore generale, i suoi spazi di interesse economico, di potere
e di gestione. Infatti, dopo un’accurata, difficile e lunga analisi
della situazione, si sta finalmente provvedendo:
a)
alla pesatura dei rifiuti in uscita dalla Multiservizi, cosa che non si
era mai fatta e che notoriamente, pur non essendo prescritta in maniera
imperativa dalle norme vigenti, grazie al sistema del peso presunto e
poi riscontrato alla discarica, consente distorsioni e approfittamenti
di ogni genere da parte di chi ci mette le mani dal punto di vista
dell’organizzazione e della gestione del servizio di trasporto;
b)
alla riduzione drastica dei costi degli straordinari (oggi ben un
milione e centomila euro all’anno senza miglioramenti nella qualità del
servizio e sempre per lo più alle stesse persone, guarda caso tutte di
uno stesso sindacato che ovviamente non è fra quelli che hanno smentito
il comunicato);
c)
alla predisposizione e pubblicazione di gare ed evidenze pubbliche, sia
soprasoglia che sottosoglia, per forniture e servizi, gare mai fatte
fino ad oggi da quando esiste la società se solo si pensa che in un anno
e mezzo di gestione i vari manager hanno dovuto arrendersi riscontrando
perfino la mancanza in azienda di atti di gara e addirittura dei
contratti con i fornitori, essendosene trovati solo alcuni che
risalgono, addirittura, al 1999;
d)
alla richiesta presso la Prefettura delle certificazioni antimafia per
tutte le ditte ancora attualmente in rapporto con la società e per tutte
quelle che risulteranno aggiudicatarie all’esito delle gare, aderendo a
mie precise disposizioni che hanno ingiunto di azzerare la comoda
prassi della richiesta dei certificati camerali con dicitura antimafia
per sostituirla con quella delle certificazioni prefettizie antimafia;
e)
alla creazione della funzione di controllo interno alla società gestita
proprio utilizzando le nuove risorse umane che, in qualche maniera,
sono state «imposte» da sentenze della magistratura e che, tuttavia,
nella doverosità della loro riassunzione sono state correttamente
inquadrate dal management per utilizzarne al meglio le professionalità
all’interno dell’azienda andando a colmare peraltro vuoti organizzativi
proprio in tema di controllo interno che erano lasciato dolosamente
vacanti da sempre (si pensi che per la prima volta la gestione dei
sistemi satellitari dei camion del trasporto rifiuti, che servono a
controllare il rispetto degli obblighi lavorativi dei dipendenti, è
stata affidata a dipendenti, i nuovi assunti, del tutto sganciati e
avulsi dal sistema precedente);
f)
a togliere ai soliti noti interni la gestione che si pensava forse
consolidata e acquisita, per sempre, dei rifiuti differenziati (le
cosiddette piattaforme), vicenda questa che sembra essere stata il
fattore scatenante del recente delirio;
g)
a predisporre per la prima volta, in assoluto, il regolamento
disciplinare interno dei dipendenti, premessa necessaria e
indispensabile per promuovere azioni disciplinari che sono lo strumento
fondamentale per assicurare, nel rapporto tra azienda e dipendenti, gli
obblighi derivanti dal rispetto del contratto di lavoro;
h)
alla sostituzione dell’ignobile brogliaccio scritto a mano delle
presenze in azienda dei lavoratori con il sistema mediante badge, per
contenere e azzerare il purtroppo dilagante assenteismo;
i)
a introdurre (udite udite) il principio che durante l’orario di lavoro
si sta in azienda e si lavora, potendosi uscire solo per esigenze di
servizio;
l)
ad incidere (e si tratta veramente del minimo) su un sistema di
potentati interni fra i dipendenti che prevedeva, per esempio,
l’acquisto di 1000 scope al mese per 43 netturbini!;
m)
a chiedere per la prima volta, ad ogni fornitore di beni o servizi
della società, i dati identificativi della filiera di cui ciascuno di
essi eventualmente si serve per eseguire la propria prestazione al fine
di acquisire, anche per questa filiera, le certificazioni antimafia
presso la Prefettura.
E siamo solo all’inizio. Tuttavia possiamo subito dire, ed è mio dovere dire, che
l’intervento sul sistema così ricostruito non può farci meravigliare
dell’autentica rivolta odierna, tatticamente costruita a tavolino, con i
connotati della disperazione tipica di chi sa che ormai la pacchia è
finita. E non può farci meravigliare del sostegno che i rivoltosi
interni all’azienda rischiano di ricevere o forse stanno ricevendo da
esterni i quali, forse, pensavano, magari anche grazie a una acquisita
dilettantesca professionalità praticona nel settore dei rifiuti, o di
poter continuare a beneficiare del sistema stesso o di subentrare ai
precedenti beneficiari. E come non ricordare, a questo proposito, gli
«appetiti» (spintisi oltre il limite di rottura politica di fronte a un
fermo diniego) di recenti aspiranti alla Multiservizi che pensavano
forse di potersi insediare alla guida di una macchina da guerra in
negativo qual era l’azienda che abbiamo ereditato. Il risanamento
continua e che nessuno pensi di mettersi di traverso. Il tavolo politico
della maggioranza, in un recente incontro, ha dato il via libera
peraltro ai percorsi di risanamento ed è quasi ovvio, a questo punto,
che io dica che il vertice aziendale della Multiservizi, nelle persone
degli attuali manager, non si tocca! Sulle sciocchezze scritte e dette
da quello stesso sindacato sull’assunzione delle recenti dieci unità mi
riservo, poi, una nota definitiva di chiarimento e di sbugiardamento, ma
appare già ora fin troppo evidente che se un sindacato giunge alla
scelleratezza di opporsi alla riassunzione di 10 giovani lavoratori
evidentemente lo fa perché la funzione alla quale il management li ha
destinati può essere determinante per smantellare interessi opachi che
essi ritenevano consolidati”, ha concluso Bobbio.
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