martedì 28 febbraio 2012

Bene confiscato in via S. Caterina, nessun bluff dell’Amministrazione

nella foto: la consegna delle chiavi (ph. Manzo)
In relazione ad alcune false ricostruzioni, relative all’assegnazione all’Associazione «Casa della pace e della non-violenza» del primo piano dell’edificio confiscato in via Santa Caterina, corre l’obbligo – per rispetto della verità dei fatti – specificare quanto segue:

«Lo Sportello-donna ha terminato la propria attività alla scadenza naturale del contratto, e cioè nel dicembre 2009, tre mesi prima delle ultime elezioni amministrative, anche se fino al 19 marzo 2010 i locali sono stati indebitamente frequentati da due volontarie; mentre il centro di contrasto alla violenza sulle donne (di competenza dell’Ambito 14 e non dell’Amministrazione stabiese) ha cessato l’attività nell’agosto 2011, sempre per scadenza naturale del contratto.
Dunque, non è affatto vero che lo Sportello-donna ha chiuso sotto l’Amministrazione Bobbio. Anzi, l’attuale Amministrazione – ben consapevole dell’importanza di tale strumento di assistenza e sostegno alle donne nella città di Castellammare di Stabia – ha deciso di spostarlo presso il Palazzetto del Mare. Una decisione quest’ultima determinata anche dalla necessità di assicurare maggiore privacy e tutela alle vittime di violenza provenienti proprio dal Centro antico. Peraltro, della volontà dell’Amministrazione comunale di trasferire lo Sportello-donna da Santa Caterina a via Bonito erano stati informati la cittadinanza e gli organi di informazione con un apposito comunicato stampa del novembre 2010 firmato dall’allora assessore alle Politiche sociali, Loredana Strianese. Il relativo bando di partecipazione è in preparazione e nelle prossime settimane le domande saranno valutate da un’apposita commissione comunale.
E allo stesso modo, non è affatto vero che il centro di contrasto alla violenza sulle donne sia stato chiuso dall’Amministrazione comunale. Essendo attività di competenza dell’Ambito (che coordina le politiche sociali di ben 9 Comuni), non è possibile ascriverne l’interruzione dei servizi alla volontà dell’Amministrazione comunale di Castellammare di Stabia. Infatti, il Centro è attualmente aperto e svolge la propria attività nel Comune di Pompei.
Dunque, appare del tutto privo di fondamento il fatto che l’Amministrazione comunale ha semplicemente riconsegnato all’Associazione “Casa della pace e della non-violenza» l’appartamento in questione, dopo aver decretato la chiusura delle attività ivi insediate. Infatti, l’abitazione al primo piano dell’edificio di via Santa Caterina – di cui la passata Amministrazione aveva conservato proprietà e gestione – è stato conferito dall’attuale Amministrazione al Consorzio Sole ed è stato il Consorzio Sole, sempre dietro indicazione dell’attuale Amministrazione comunale, a destinarlo all’Associazione «Casa della pace e della non-violenza» in considerazione dell’ottimo lavoro svolto nella gestione del centro Asharam. E tale conferimento è finalizzato a farne un centro di accoglienza per immigrati, cioè cosa totalmente differente sia dallo Sportello-donna che dal centro di contrasto alla violenza sulle donne.
Il perché della decisione del Comune è semplice: non essendo più operativo in loco lo Sportello-donna ed esauritosi il contratto per il centro anti-violenza, l’Amministrazione ha deciso di utilizzare l’immobile a scopi sociali invece che tenerlo chiuso. In data 14 dicembre 2011, l’Amministrazione comunale lo ha rimesso al Consorzio Sole e quest’ultimo – si ripete ancora una volta – a conclusione di apposita istruttoria, il 14 febbraio 2012, lo ha destinato alle attività dell’Associazione “Casa della pace e della non-violenza” che già gestisce i due piani superiori, risultando già vincitore di un bando di evidenza pubblica negli anni passati.
In conclusione: al primo piano dell’edificio di via Santa Caterina nascerà un centro per l’accoglienza degli immigrati e questo è stato possibile grazie alla decisione dell’Amministrazione di rimetterne la disponibilità al Consorzio Sole. Le attività che c’erano prima, in quell’appartamento, si sono concluse, così come previsto dai rispettivi contratti.

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