Ad oggi parliamo di un totale di ore di
sosta non consentita pari a 23.532, di cui 22.174 nell’ambito del territorio
cittadino e 1.358 fuori dal Comune di Castellammare di Stabia,
oltre naturalmente a numerose ore in cui i mezzi risultano in sosta non
autorizzata ma non si conosce l’equipaggio dello stesso. A rendere la
situazione ancora più gravosa, è il fatto che in tale contesto molti di coloro
che in modo scellerato si fermavano durante l’orario di lavoro, per effettuare
soste non consentite, percepivano anche l’indennizzo alla prestazione di lavoro
straordinario. Infatti molti, in modo sistematico, effettuavano lunghe soste
per sforare il normale orario di lavoro e proseguire necessariamente in lavoro
straordinario, questo senza che coloro che erano incaricati al coordinamento e
al controllo del servizio, nonché ad autorizzare lo straordinario, ossia il responsabile
operativo, il coordinatore dei capiservizio e i capiservizio, si ponessero
alcun problema per l’eccessivo e sistematico ricorso a questo tipo di
prestazione, pur in presenza di un numero assolutamente fuori controllo di ore
non lavorate.
Per
tale motivo il controllo del sistema produttivo aziendale, rivolto a tutti gli
aspetti organizzativi e produttivi, ha anche riguardato, a partire dai dati
relativi all’anno 2011, l’analisi degli indennizzi agli interventi di lavoro
straordinario e delle cosiddette “prestazioni” a compenso degli interventi
extra (quantificate sulla base dei vigenti accordi di secondo livello aziendali).
I risultati di tali analisi hanno
evidenziato per l’anno 2011, i risultati di seguito elencati:
• 3 operatori su 83 considerati, con un
tempo totale di soste non consentite maggiore di 500 ore
• 15 operatori su 83 considerati, con un
tempo totale di soste non consentite maggiore di 400 ore
• 22 operatori su 83 considerati, con un
tempo totale di soste non consentite maggiore di 300 ore
• numero
ore di ricorso a lavoro straordinario maggiore di 21mila, senza una equa
ripartizione tra gli operatori;
• un numero di interventi eseguiti a
“prestazioni” per un totale maggiore di 200mila euro;
• un consumo di carburante maggiore di 300mila
litri.
Di
fronte a tale situazione, il direttore generale non poteva restare inerme ed ha
presentato formale denuncia all’Autorità giudiziaria. Nel mese di giugno è
stata avviata un’indagine della magistratura che confermava quanto segnalato
dalla direzione aziendale, evidenziando uno scenario in parte ancor più grave
di quello percepito in precedenza. Nelle
more dei risultati dell’indagine della magistratura, tenuto conto anche di
quanto emerso dai controlli interni di cui sopra, la direzione aziendale a
partire dal 31 ottobre ha iniziato a notificare 83 contestazioni disciplinari,
secondo quanto previsto dal CCNL Fise Assoambiente e dalla normativa vigente, nei confronti di tutti coloro che hanno
commesso illeciti verso l’Azienda, comprendendo anche coloro che addetti al
controllo, negligentemente non hanno denunciato la situazione sopra descritta.
“Ho
fortemente voluto e altrettanto fortemente sostengo l’iniziativa disciplinare
adottata dai manager della società Multiservizi nei confronti dei dipendenti
infedeli”, ha commentato il sindaco Luigi Bobbio.
“Per i
casi più gravi, mi aspetto l’inflizione della sanzione più grave possibile.
Chiedo di essere inflessibili nelle valutazioni disciplinari e nel trarne le
relative conseguenze sanzionatorie. Plaudo all’eccezionale lavoro, autenticamente
investigativo, condotto in particolare dal direttore generale, dott. ssa
Baldassarre, e dal suo staff. Con il manager abbiamo infatti condiviso
l’assoluta necessità di andare a scavare in profondità in quello che era subito
apparso come uno dei più annosi, e risalenti nel tempo, bubboni di una società,
anch’essa come altre, pazientemente costruita nel tempo, sotto le precedenti
Amministrazioni, al solo scopo di dare un’occupazione drogata, di alimentare
fasce di clientelismo politico ed economico e di creare sacche di gestione
politicizzata sia interne che esterne alla società stessa. Questo è stato il
malcostume delle precedenti Amministrazioni che nessuno, fino ad oggi, aveva
avuto la volontà o in qualche caso la forza per svelare e duramente colpire.
Fiumi di denaro pubblico sono stati, quindi, sprecati e distratti a scopi
totalmente diversi rispetto al miglioramento dell’efficienza aziendale – ha continuato
Bobbio –. La città ne ha gravemente risentito con una qualità del servizio
ridicola, della quale – evidentemente – la precedente Amministrazione, così
mirabilmente guidata dall’allora sindaco Vozza, si è disinteressata,
privilegiando, in maniera assoluta, la sacca di potere clientelare ed
affaristico che, per loro, rappresentava la Multiservizi. Il resto sono
chiacchiere e il fiume di denunce calunniose e diffamatorie che Vozza e i suoi
accoliti hanno rovesciato su di noi, dal 2010 ad oggi, aveva evidentemente il
solo scopo, spero senza la connivenza di qualche autorità esterna, di cercare
di impedirci di risanare l’azienda migliorandone il servizio e di portare alla
luce le loro malefatte politiche e il loro sistema affaristico. Alla fine,
vince chi si muove nell’interesse esclusivo dei cittadini, cioè noi”.
“Per
questa storiaccia, per la quale attendiamo sempre la valutazioni della Procura
di Torre Annunziata, per quanto riguarda l’amministrazione della società e la
mia, le conseguenze in termini sanzionatori saranno gravissime, non potendosi
lasciare impunite, almeno sul piano disciplinare, le conseguenze di un
autentico sistema criminale che ha causato, per un periodo che va dal 1°
dicembre 2011 al 1° ottobre 2012, all’azienda e quindi alla città un danno
economico complessivo pari a non meno di un milione di euro. Purtroppo, su di
noi sono ricadute le devastanti conseguenze in termini di gestione, ma l’opera
di risanamento è ormai sostanzialmente compiuta e già da questo mese siamo in
grado di donare alla città un sistema di gestione della società e di raccolta
differenziata dei rifiuti finalmente all’altezza di un paese civile. È bene
però che i cittadini sappiano che il massacro della società era stato così
vasto e così profondo che due anni per rimettere a posto le cose sono stati
anche pochi. A qualche critico che manifestò le sue perplessità, quando uscì la
notizia degli avvisi di garanzia nei confronti dei dipendenti, chiederei senza
spirito polemico di riflettere sulla circostanza che una media di 400 ore
all’anno, con punte di episodi di un’ora e cinque minuti al giorno, per singolo
lavoratore, per una pausa caffè, mi sembrano francamente troppe”, ha concluso
il primo cittadino.
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