“Il comunicato stampa di Carlo Carrillo dipinge uno scenario possibile estremamente realistico e francamente inquietante. Non si tratta di valutazioni né di congetture puramente accademiche ma, purtroppo per tutti noi, trasfonde e attualizza in chiave argomentativa molto seria il vissuto politico-istituzionale e civile di questa città non solo recente e, purtroppo, a tutti noto. Gli intrecci stabiesi tra politica e camorra stanno venendo alla luce in varie sedi giudiziarie in maniera drammaticamente evidente a testimonianza di uno scenario la cui pericolosità si dimostra tragicamente attuale. Attualità che si sostanzia nella perdurante vitalità della «piovra criminale» sempre in cerca di porte di accesso alla stanza dei bottoni della politica cittadina. La serietà delle argomentazioni di Carrillo sta nella sua capacità di mettere in relazione fatti e circostanze attualizzati ad oggi, partendo proprio dal dato di fatto di questo continuo e infaticabile attivismo della camorra. Camorra alla quale, da quando sono sindaco, ho sbattuto in faccia con violenza e sprangato la porta di accesso alla stanza dei bottoni del Comune”.
Lo ha detto il sindaco di Castellammare, Luigi Bobbio, commentando la nota dell’esponente del Pdl stabiese Carlo Carrillo.
“Carrillo, nello sviluppare il suo sensato, condivisibile in quanto purtroppo fondato ragionamento (che è un forte segnale d’allarme) mette in relazione la nuova stagione amministrativa da me inaugurata con il momento storico in cui la camorra, così chiaramente cacciata fuori dal palazzo, schiuma di rabbia impotente cercando un qualsiasi modo per rientrare in gioco e vedendo piombare in città i 17 milioni di euro del Programma «Piu Europa» cui si aggiungeranno 63 milioni di euro per l’housing sociale del rione Savorito e ulteriori imponenti risorse economiche legate all’ormai sicura riattivazione in città di altri strumenti imprenditoriali. Carrillo, quindi, correttamente, tira le somme del suo sillogismo: poiché la camorra è stata da me, nella qualità di sindaco, espulsa da tutti i settori della vita civile e amministrativa; poiché a Castellammare, grazie alla serietà e all’impegno di questa Amministrazione, arrivano imponenti risorse finanziarie pubbliche per l’avvio di altrettanto importanti opere pubbliche; quindi, la camorra ha bisogno, per poter tornare a dialogare con la politica che, per fatto istituzionale, è chiamata a gestire queste risorse, di liberarsi in qualunque modo del sindaco Bobbio e della sua maggioranza. Purtroppo per me e per la città di Castellammare di Stabia, niente di più plausibile e di più verosimile. Una eventualità concreta da brividi che è mia intenzione, almeno per quanto mi riguarda, non sottovalutare”, ha aggiunto Bobbio.
“In questo quadro, l’analisi di Carrillo diventa ancora più sottile: se vari sono i modi di liberarsi di me, certamente la camorra può essere alla ricerca, già da queste ore, del modo apparentemente più distante da essa per conseguire l’obiettivo. E che il modo debba essere apparentemente «politico» è testimoniato dalla necessità, per la stessa malavita, onde garantirsi gli attuali o futuri accordi senza essere pressata dalla reazione istituzionale, di attivare quello che non la veda dal punto di vista esteriore in nessun modo coinvolta. I recenti e tragici avvenimenti cittadini e le indagini e i processi che ne sono conseguiti stanno peraltro a dimostrarci come la camorra stabiese possa tuttora contare su marcate simpatie politiche e che, quindi, i suoi poteri di inquinamento, orientamento e condizionamento di una parte della politica stabiese siano tuttora attivi. C’è quindi il rischio obiettivo (e Carrillo ha fatto bene a richiamare l’attenzione sul punto, atteso che anche a me e non solo a me sono giunte all’orecchio in queste ultime ore notizie congrue circa il riaccendersi di una caccia alla dodicesima, tredicesima, quattordicesima, quindicesima, sedicesima firma per far cessare la mia esperienza amministrativa) che scelte o iniziative certamente politiche, almeno nella loro apparenza, si possano risolvere in un obiettivo favore alla camorra e di questo rischio la politica stabiese, anche quella di opposizione, ha il dovere di tenere conto. Non farlo vorrebbe dire, alla fine, manifestare la volontà di contribuire al tentativo di ricreare condizioni favorevoli al ritorno alle infiltrazioni della camorra abbattendo l’unico sindaco che, in sede politica, si è erto in questa città da troppi anni a questa parte a fare ostacolo al malaffare. Una cosa è, infatti, un sindaco che va a casa perché sfiduciato o battuto al voto, ben altra cosa, triste e pericolosa, è una raccolta di firme costruita a tavolino all’esterno del Palazzo in stanze chiuse e segrete senza il controllo e la visibilità democratica e legalitaria che un’Aula consiliare assicura. La consapevolezza del condizionamento, del vantaggio o dell’approfittamento camorristico di tale iniziativa, peraltro, si annida non in chi si aggrega all’iniziativa stessa, per le ragioni più varie e magari ingenuamente o furbescamente, bensì in chi tale iniziativa promuove, organizza e gestisce”, ha concluso Bobbio.
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