“Oggi
hanno vinto l’unione e la sinergia tra le Istituzioni. La fermezza già
manifestata da parte delle Istituzioni civili oggi si è, infatti, saldata con
la fermezza assoluta dell’Istituzione religiosa, ed è stata questa la garanzia
perché in occasione della processione di San Catello si uscisse definitivamente
dall’ambiguità. Da oggi, finalmente, la statua del Santo è tornata ad
appartenere alla Chiesa, alla Curia e ai cittadini. Giorni fa, con il Vescovo
avevamo concordato una strategia tale da consentirci di prendere, se
necessario, all’unisono le decisioni consequenziali. Avevamo infatti stabilito,
come poi puntualmente accaduto stamattina che, per manifestare, in modo chiaro
e visibile la nostra profonda e assoluta vicinanza, all’uscita dal cantiere, il
Vescovo avrebbe lasciato la posizione nella processione, davanti alla Statua, normalmente
occupata, per spostarsi alle spalle della stessa, immediatamente davanti a me.
La conseguenza è stata, unitamente alle preventive, chiare e decise istruzioni
impartite dalla Curia ai portatori, che la Statua quest’anno non si è fermata
sotto il «noto balcone», anche perché, grazie al nuovo posizionamento del
Vescovo, tutti hanno compreso quello che sarebbe successo se si fosse fermato”.
Lo ha detto il sindaco di
Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio, a margine della processione di San
Catello che, quest’anno, per la prima volta, non ha registrato l’«inchino»
davanti all’abitazione di un boss della camorra locale.
«Questa volta, i portatori hanno
in qualche maniera subito una imposizione nascente dalla congiunta e
determinata presa di posizione della Curia e delle Istituzioni civili.
Tuttavia, compito del Vescovo e anche mio dovere civile è quello di favorire la
crescita culturale e civile dei cittadini e, quindi, mi auguro vivamente che
anche per i portatori l’imposizione si sia già trasformata in condivisione. Ho
registrato, poi, con non poca soddisfazione, il lungo e fragoroso intermezzo di
fuochi d’artificio partiti dal tetto del fabbricato di fronte al «noto balcone»
non appena lo stesso è stato superato di gran carriera dalla statua del Santo. Non
si trattava, per le mie orecchie, di fuochi di gioia, ma si trattava della
manifestazione della rabbia e della frustrazione di una camorra oggi battuta e
impotente. Aggiungo, con piacere, che quando sul sagrato della Cattedrale
attendevo la partenza della processione, forse per la prima volta, quando la
statua del Santo mi si è fermata davanti, non pochi portatori mi hanno salutato
con grande calore”, ha aggiunto Bobbio.
“Purtroppo, durante la
processione, transitando nel Centro antico, dopo essere passati per via Brin,
un appartenente al mio staff è stato ignobilmente minacciato di morte da
personaggi purtroppo noti, in relazione all’attività che lo stesso dipendente
svolge nell’ambito dello staff di Palazzo Farnese. L’intimidazione ha causato
un breve ricovero della vittima in ospedale con le successive dimissioni e una prognosi
di 3 giorni. Il fatto è stato prontamente denunciato all’Arma dei carabinieri.
Agli autori di questo ignobile episodio vanno la mia totale deplorazione e
rivolgo auguri di pronto ristabilimento, insieme alla mia solidarietà e la mia
incondizionata stima, alla vittima del gesto. Mi auguro che gli autori vengano
presto identificati, denunciati e condannati in maniera esemplare. Questi
delinquenti devono finalmente capire e rassegnarsi che la legge sta tornando a vincere
a Castellammare e non sarà la loro rabbia velenosa a fermarci”, ha concluso Bobbio.
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