(Ph. Manzo) |
“Prendo atto, con sgomento e rabbia, del cosiddetto piano industriale che Fincantieri ha illustrato oggi a Roma. Prevedere la chiusura pura e semplice di un cantiere, come quello di Castellammare di Stabia, senza peraltro introdurre alcun ragionamento ulteriore, può significare solo due cose: o che non si capisce nulla di piani industriali o che si sta giocando una carta politica al di fuori e senza la politica e le Istituzioni. L’Amministrazione di Castellammare rifiuta in toto e rispedisce al mittente questa delirante prospettiva”.
Lo ha detto il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio.
“A differenza di quello che può pensare il viceministro Castelli, la questione Fincantieri – con particolare riguardo al cantiere di Castellammare – è oggi più che mai una questione politica, in quanto sono oggi assolutamente evidenti e non più eludibili due dati fondamentali. Il primo riguarda l’evidente intenzione di Fincantieri di difendere l’industria centro-settentrionale a tutto danno di quel pochissimo che rimane al Sud, senza che qualcuno possa seriamente pensare di farci credere che gli aggiustamenti liguri possano, a loro volta, significare un ridimensionamento anche della cantieristica settentrionale. Il secondo punto riguarda la purtroppo evidente constatazione che il Sud, e la Campania in particolare, non possono subire senza reagire la chiusura dell’ultimo cantiere esistente e, quindi, di fatto, l’azzeramento dell’industria pesante in Campania, Fiat esclusa. Quando vengono così maldestramente e sprezzantemente messi in discussione i già precari equilibri industriali della Nazione a danno del Mezzogiorno, allora la questione è politica e va risolta sul piano politico. Su questa linea si sono già pronunciati non solo il centrodestra campano e tutte le forze politiche della regione, ma anche l’intera filiera istituzionale, a partire dal Governo passando per la Giunta regionale e finendo all’Amministrazione comunale di Castellammare di Stabia che, tutti insieme, hanno espressa (e chiedono che oggi venga ribadita con forza) la volontà di rilanciare il cantiere e la sua missione produttiva”, ha continuato Bobbio.
“E non sarà il boiardo di Stato di turno a pretendere, fingendo di essere un imprenditore privato, di dettare le linee della politica o di farsi strumento dell’iniziativa politica altrui. Fincantieri è società a totale partecipazione pubblica e il suo pseudo piano industriale, se non è condiviso dal Governo, vale meno della carta su cui è stato stampato. Mi fa piacere che l’ad ci conceda che 'non è un piano prendere o lasciare', perché, per quanto mi riguarda, questo semplicemente non è un piano industriale e come tale lo rispediamo al mittente. Tocca adesso, quindi, al Presidente del Consiglio convocare con urgenza a Palazzo Chigi un incontro con i soggetti istituzionali che veda la partecipazione del ministro Romani, del ministro Tremonti, del presidente Caldoro e del sindaco di Castellammare di Stabia. È bene che tutti sappiano che, per quanto mi riguarda, l’arroganza del gesto odierno di Fincantieri non resterà senza risposta. Per cominciare, ho provveduto a chiedere al presidente del Consiglio comunale di Castellammare di convocare ad horas la conferenza dei capigruppo al fine di definire, con immediatezza, le iniziative politiche da mettere in atto per difendere e rilanciare l’occupazione a Castellammare. Sono e resto comunque tranquillo e fiducioso, attesa la posizione nitida e gli impegni precisi già assunti in tal senso e in questa direzione dal ministro Romani e dal presidente Caldoro, nonché dal sottosegretario Cesario”, ha concluso Bobbio.
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