mercoledì 12 gennaio 2011

Lettera aperta alla Città di Castellammare di Stabia

Il semi-anonimo documento di chi, ancora sofferente per la bruciante sconfitta elettorale, mi accusa, non avendo nessun argomento serio, di aver sprecato denaro pubblico, per acquistare dei semplici e poco più che simbolici doni natalizi, sta solo a dimostrare che da certa gente ci divide innanzitutto un profondo abisso umano e culturale.
So bene che l'ennesima, patetica, esternazione è frutto della personale e distorta visione politica di soltanto pochi esponenti del centrosinistra locale, che - soffrendo in questo caso una opposizione interna alla loro stessa compagine rispetto a quest'iniziativa - hanno deciso di esternare, ripeto, in forma semi-anonima e quanto mai vaga e generica dal punto di vista dell'identificabilità degli autori del testo. Un testo che trasuda miseria, cattiveria e livore, e che non meriterebbe né replica né commento, se non per rivendicare la centralità di valori umani e civili da costoro mai praticati, come lealtà, rispetto e considerazione per le persone prima ancora che per la politica. Mi rendo perfettamente conto che l'Amministrazione comunale e, a causa sua, la città di Castellammare escono da anni di buio, di miseria umana e civile e di rifiuto delle più elementari prassi di cortesia e di civiltà, e che chi ha scritto il miserando comunicato si pasce da sempre della sua stessa miseria umana e morale. Tutto ciò non appartiene né a me, né alla mia Amministrazione, né alla mia maggioranza.
Dopo anni di deserto ateo e ideologizzato, ho voluto fortemente che l'Amministrazione comunale di Castellammare, con tutte le cautele imposte dalle difficoltà economiche che abbiamo ereditato per causa loro, celebrasse la sua profonda distanza culturale e umana dai suoi predecessori, consacrando ciò che il Natale rappresenta per i cittadini e per i credenti, quali noi siamo, una Santa Festività, con segni visibili di umana fratellanza e civile convivenza. È stato per questo che ho voluto che la città potesse vivere la festa natalizia in letizia, con addobbi finalmente belli e sobri, anche in quartieri che ne erano sempre stati privati, con l'esposizione di un presepe nell'atrio della Casa Comunale e con l'offerta, da parte dell'Amministrazione stessa, di semplici doni volti, molto al di là del loro valore materiale, a rappresentare, nello spirito del Natale, una mano tesa di fratellanza, di amore e di spiritualità nei confronti di chi lavora all'interno di questa Casa Comunale sia come esponente politico che come dipendente. Si è trattata di una ben misera spesa che ha avuto l'esclusivo scopo di rappresentare un colossale investimento in termini di umanità, di serenità e di fratellanza umana, al di là delle divisioni politiche.
Mi rendo conto, purtroppo, oggi, che nei confronti di alcuni è stato come gettare perle ai porci, ma questo non mi scoraggia, non mi demotiva, non mi fa pentire. Ribadendo e rivendicando la profonda dignità e umanità della mia decisione, lascio costoro a marcire nella loro cattiveria e nel loro malanimo, consapevoli della loro impotenza che li induce a certi gesti e a certe dichiarazioni scellerate, senza nemmeno rendersi conto del male che fanno a se stessi.
Rammento, non certo a questi aridi detrattori, ma a chi avrà la pulizia mentale di volerne tenere conto,

che della somma messa a bilancio per spese di rappresentanza, 2mila euro sono stati destinati all'acquisto di 15 presepi da me donati, a nome dell'Amministrazione, alle scuole elementari e medie pubbliche di Castellammare (dono oltremodo gradito); circa 6mila euro sono stati destinati all'acquisto di penne personalizzate con il logo e i colori della nostra città, dal ridottissimo valore commerciale ma finalizzate a testimoniare il senso di appartenenza alla nostra città, e infine circa 2mila euro sono stati destinati all'acquisto di panettoni e prodotti tipici offerti in dono, come mai accaduto prima, ai dipendenti comunali presenti alla cerimonia di auguri natalizi. Quest'ultimo gesto ha voluto anche avere lo scopo nobilissimo di creare e rinsaldare rapporti umani in un'occasione particolarissima, come il Natale, all'interno di un ambiente di lavoro estremamente difficile e travagliato a causa di eventi, anche gravi, maturati e accaduti non certo sotto la mia gestione, caratterizzata peraltro, fin dall'inizio, dallo sforzo costante di restituire al meccanismo amministrativo capacità, legalità, coerenza ed unità di azioni e di intenti e dignità.
Faccio presente a costoro che il sindaco di Castellammare, per servire la sua città, ha rinunciato al prestigioso incarico di Capo di Gabinetto, non percependo più la relativa indennità, sta per perdere l'incarico di consulente gratuito di un Ministro, sta per perdere lo stipendio da magistrato, avendo così accettato, d'accordo con la sua famiglia, una riduzione complessiva delle sue più che legittime entrate. Le penne sono state donate a tutti i consiglieri comunali, alla giunta, ai vertici delle forze di polizia cittadine che, finalmente affiancate da un'Amministrazione comunale palesemente schierata al loro fianco in maniera concreta contro ogni forma di illegalità e criminalità, cosi tanto stanno facendo con sacrificio e dedizione a nostro favore per il recupero della normalità cittadina, oltre ad alcune altissime autorità istituzionali. Per queste ultime, il dono ha voluto rappresentare un modo garbato e utile di ricordare, dopo anni di deserto e di miserie morali, che Castellammare di Stabia esiste, che sta tornando, finalmente, una città normale e che chiede, a buon diritto, attenzione e considerazione.
Le rimanenti penne saranno destinate ad omaggiare personalità e autorità che vorranno presto visitare la nostra città. Non vale poi neanche la pena di commentare ancora una volta la miseria umana di chi, biecamente approfittando del suo ruolo di padrone di un partito politico, ha cercato di indurre, talvolta riuscendovi, i suoi consiglieri comunali al gesto più spregevole che possa caratterizzare una relazione umana: quello della restituzione di un semplice dono offerto con la mano tesa, lo sguardo limpido e il cuore aperto da una persona perbene ad un'altra persona perbene.
Comunque, tutto ciò posto, poche migliaia di euro spese correttamente per le ragioni suddette, pur non utilizzati, non avrebbero cambiato di un millimetro la posizione miseranda e straziata in cui mi è stato lasciato il Comune dalla precedente Amministrazione, e il furore isterico di esternazioni come quella odierna non servirà a salvare Vozza e i suoi tardi e stanchi epigoni dalla resa dei conti contabile, amministrativa e di ogni altra natura che da adesso rinvio alle prossime settimane.

Vergogna!

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