“Che
dire dell’iniziativa dell’ineffabile Cassaneti: che ce l’aspettavamo? Che ci fa
piacere? Certo che ci fa piacere: è sufficiente continuare a dargli tutta la
corda che gli serve, ben consapevoli che nel suo furore, previsto e
preventivato fin da quando è stato eletto, ci metterà molto poco a crearsi da
solo dei seri problemi. Mi aspettavo questa ed altre con simili iniziative, le
cui avvisaglie sono note da tempo. D’altronde non c’era da attendersi altro da
un membro del collegio dei revisori del Comune che non si è fatto scrupolo di
accettare l’elezione (molto verosimilmente avvenuta con i voti delle minoranze)
pur consapevole della sua sostanziale duplice incompatibilità della quale qualcuno
prima o poi dovrà pur tenere conto, una incompatibilità che fin d’ora, peraltro,
a mio sommesso avviso, non solo ne scredita qualsiasi iniziativa personale ma
credo sarà ben presto oggetto ed elemento di una valutazione meno bonaria in
sede molto meno condiscendente dei suoi comportamenti”.
Lo ha detto il sindaco di
Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio.
“Il dott. Cassaneti era fin
dall’inizio, a mio giudizio, incompatibile per essere il marito della mia
sfortunata avversaria nelle elezioni comunali del 2010, la sig.ra Rosa Cuomo, e
genero – quindi – dell’altrettanto sfortunato ormai ex rappresentante cittadino
del mio partito. È peraltro incompatibile per essere il fratello di un giudice
della sezione napoletana della Corte dei Conti che, a sua volta,
anagraficamente ne è la sorella con un – a mio giudizio – valutabile o
quantomeno ipotizzabile teorico involontario potere di condizionamento non
certo benevolo degli organi giudiziari contabili napoletani. E, guarda caso, è
di oggi la notizia che il dott. Cassaneti ha scritto alla Corte dei Conti di
Napoli, presumo alla Procura. Il dott. Cassaneti è peraltro l’unico membro del
collegio dei revisori dei conti autenticamente di lotta e di governo visto che,
mentre da un lato si schiera fieramente, da subito, contro la mia
Amministrazione, in perfetta solitudine (con ciò violando anche il codice
deontologico della sua categoria professionale rispetto agli altri componenti del
collegio dei revisori) dall’altro non si fa scrupolo non solo di essersi
tesserato con il mio partito in occasione del tesseramento di fine 2011, unitamente
a tutta la santa famiglia (moglie e di lei babbo), ma riesce a portare in
famiglia un ulteriore stipendiuccio grazie al buon cuore del nostro presidente
provinciale e della Provincia di Napoli che, scaduto l’incarico della sig.ra
Cuomo Cassaneti (certamente a suo tempo conferito per meriti speciali) presso
l’Ato3, ha ritenuto giustamente opportuno raccoglierla da terra dopo la sua
trombatura alle elezioni comunali e offrirle un comodo nido, presumo
stipendiato, nella sua segreteria in Provincia. Sia ben chiaro, ritengo di
grande umanità e, quindi, da condividere la scelta del presidente Cesaro.
Quello che mi fa sogghignare e anche arrabbiare è la improntitudine di una
famigliola che arraffa da una parte e dall’altra senza nessun rispetto per la
coerenza e le regole. Comunque, dott. Cassaneti continui, non si preoccupi
perché ogni sua iniziativa personale e solitaria contro la mia Amministrazione
è una ulteriore palatina di terreno che da sé medesimo toglie sotto i suoi
stessi piedini”, ha aggiunto Bobbio.
“Non so per quanto tempo
continuerò a tollerare che un revisore dei conti del Comune politicamente e
dichiaratamente avverso a me continui ad avere la sorella in servizio presso il
mio giudice contabile naturale che è la Corte dei Conti di Napoli. Se qualcuno non se ne
accorge in fretta, sarò costretto a ricordarlo nelle sedi competenti. Quando si
vive negli stessi uffici giudiziari, le distinzioni formalistiche e di facciata
fra giudici, procure e sezioni lasciano il tempo che trovano, quello che rileva
– alla fine – è il pur solo pericolo del clima di ostilità che si può
artatamente venire a creare. Fermo restando che mi fido e continuo a fidarmi
della nota correttezza, professionalità e imparzialità della Corte dei Conti
napoletana”, ha concluso il sindaco.
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