“Conoscendone purtroppo
l'eloquio non sempre fluente mi è costato non poco decidere di
sobbarcarmi a più di quaranta minuti di preventivata sofferenza per
guardarmi le dichiarazioni in video (è troppo chiamarle conferenze
stampa) dell'aspirante quasi sindaco e dell'aspirante quasi vice
sindaco. Mancava peraltro la dichiarazione dell'ex quasi onorevole di
scorta (ahi, ahi, ahi! Taglialatela!) il quale di solito non fa
mancare il suo contributo ma che tace da qualche giorno, forse
stremato dall'ennesima fregatura annunciata”.
Lo ha detto l'on. Luigi
Bobbio, ex sindaco di Castellammare di Stabia
“Tuttavia dopo aver
visionato i due filmati la mia insofferenza iniziale si è
rapidamente trasformata in un'incontenibile soddisfazione. Che
piacere vederli, con due stili profondamente diversi, sbavare rabbia
impotente trasudando odio e veleno mentre si dibattevano sotto il
peso schiacciante delle mie rivelazione e delle mie dichiarazioni cui
non hanno saputo o potuto replicare nel merito neanche una parola! Li
adoro quando fanno così! Adoro vederli soffrire prigionieri di una
rabbia impotente e consapevoli del guaio nel quale si sono cacciati”.
“Datevi pace, il
pasticcio ormai lo avete combinato e certamente è ormai già partito
un percorso, sia politico che istituzionale che non siete minimamente
in grado di controllare. I fatti sono fatti e restano tali; le
parentele non si possono nascondere e nemmeno le relazioni personali.
Li ringrazio per avermi trattato come se fossi ancora candidato e
competitor a pieno titolo ma il problema, da ieri mattina, purtroppo
per loro, non sono io o le mie vicende. I fatti che ho rivelato non
sono in nulla indeboliti o messi in discussione nella loro verità
storica da qualunque cattiveria, infamia o meschinità possano aver
detto su di me”.
“Le mie vicende
personali – ha aggiunto l'on. Bobbio - le ho già trattate nei miei
interventi in campagna elettorale; le tratterò e le chiuderò, nel
merito, nella sede competente che non è certo quella dei loro
vaniloqui denigratori e comunque non hanno impedito a quasi 5 mila
cittadini di tributarmi la stima e la fiducia personale e politica
che mi sono guadagnato in tanti anni di lavoro e di politica. Si
rassegnino l'aspirante quasi sindaco e l'aspirante quasi vice
sindaco: per quanto possano dire o fare i nostri curricula e i nostri
spessori resteranno sempre imparagonabili. Prego l'aspirante quasi
vice sindaco di aggiornarsi; non sono ex magistrato ma sono tuttora
magistrato; non solo sono ex senatore ed ex sindaco ma sono anche ex
capo di gabinetto di un ministro ed ex consigliere giuridico
legislativo di un vice presidente della Camera dei deputati. Io posso
dire in appena 56 anni di vita di essere stato già tutto questo; di
lui dubito che possa, per quanto si impegni, tentare di raggiungere
in quello che gli resta (che gli auguro essere comunque lungo),
neanche uno di questi traguardi, visto che non gli è riuscito
neanche di farsi eleggere sindaco. Neanche la sua retorica, un po'
datata e a volte un attimo confusionaria, dovrebbe fargli dimenticare
la sua condizione professionale che negli anni scorsi lo portò
talvolta a lunghe attese fuori dal mio ufficio nella Procura della
Repubblica di Napoli, aspettando che io mi liberassi per poter
conferire con me (cosa di cui mi scuso ancora)”.
“Né la stessa retorica
dovrebbe fargli dimenticare che il suo connaturato rispetto per la
legalità lo portò non moltissimi anni fa a un periodo, sfortunato,
di latitanza per una ingiusta vicenda dalla quale sembra sia
risultato poi brillantemente assolto. Ciò dovrebbe altresì
insegnargli, se non c'è riuscita la sua esperienza professionale
che, spessissimo, in questo disgraziato paese, le bufale di alcuni
sostituti procuratori si risolvono con le assoluzioni dei cittadini
perbene”.
“Purtroppo l'aspirante
quasi vice sindaco si è anche lasciato andare all'uso di alcuni
aggettivi riferiti alla mia Lista (“miserabile”) in ordine ai
quali potrebbe lui si essere chiamato a rendere conto. Gli rammento
solo che la sua lista personale ha preso poco più di 600 voti.
Sarebbe carino sapere poi chi gli ha fornito i documenti giudiziari
che sbandierava durante la ripresa video fra una bussata di
campanello e l'altra (cosa che ha fatto molto innervosire il nostro
Marco Tullio della provincia di Napoli). Ma ormai mi sono rassegnato
a che chiunque sia in possesso di notizie sulle mie vicende personali
che a volte io stesso non ho. Quanto all'aspirante quasi sindaco mi
piace solo ricordargli che se io sto esalando l'ultimo respiro
(tiè!). Allora, lui politicamente, non ha mai iniziato a respirare
visto che tranne le elezioni letteresi, l'ultima della quali ha anche
perso rovinosamente, si è sempre dovuto muovere al traino di
qualcuno più grosso di lui e che, se questa volta dovesse riuscire a
vincere, ciò accadrebbe grazie a un concorso di forze certamente non
sue. Se io sono un uomo finito, lui, allora, non ha mai cominciato.
Se poi lunedì sera dovesse risultare sconfitto... Ricordo anche
all'aspirante quasi sindaco che io non mi professo ma sono un uomo di
legge e quanto alle regole di questo partito mi permetto di
suggerirgli di andarsi a riguardare i filmati della manifestazione al
Supercinema per le ultime elezioni politiche, con particolare
riguardo agli interventi suoi e dell'onorevole Cesaro. Io le regole
le ho sempre rispettate. Per quanto vi riguarda, invece, mi permetto
ricordarvi che le congiure, le manovre di palazzo e gli inganni non
sono esattamente riconducibili al concetto di regole”.
“A tutti e due, infine,
quasi sindaco e quasi vice sindaco, se l'attacco di collera che gli
ho fatto venire gliene darà la lucidità sufficiente, suggerisco di
riflettere che quanto da me rivelato circa le ormai famose parentele
scomode di tanti loro consiglieri, non ha niente a che vedere con i
concetti di legalità e di garantismo i quali, come dovrebbe essere
noto ad entrambi, in quanto già studenti di giurisprudenza, si
riferiscono al campo del diritto penale sostanziale e a quello del
diritto penale processuale nonché a quello del diritto
costituzionale”.
“I fatti che io ho
rivelato, invece, non sono valutabili né in termini di legalità né
in termini di garantismo ma dovranno trovare la loro sede di
valutazione in quella peculiare e specifica sede, certamente non
processuale, che riguarda i procedimenti di tipo amministrativo
connessi alle ipotesi di scioglimento dei consigli comunali. Se e
quando dalle mie rivelazioni dovessero poi nascere anche percorsi di
indagine penale, come spunti investigativi, allora e solo allora ed
in futuro si potrebbe eventualmente entrare in una fase di tipo
processuale penale cui applicare i concetti di legalità e di
garantismo oggi da loro, francamente, richiamati a sproposito.
Purtroppo di voi due non si può recuperare tutta intera la famosa
frase cinematografica “tutto chiacchiere distintivo”, ma solo la
frase “tutto chiacchiere”. Quanto infine al quasi vice sindaco
gli ricordo, come lui stesso ha detto, che l'incontro fra noi vi fu
prima che presentasse le sue liste. E menomale! Se le sue liste
fossero state già note prima mi sarei certamente risparmiato un
incontro che, francamente, già all'epoca mi pesò molto”, ha
concluso l'on. Bobbio.