“Lo stabilimento ex Aranciata Faito è stato lasciato in condizioni
vergognose per ben più di vent’anni; una autentica discarica
abusiva segnalata dai residenti alle precedenti Amministrazioni e
costituente, per la sua evidenza, ben più che un fatto notorio.
Tutto questo nel disinteresse o, comunque, nella distrazione, almeno
per quello che è dato conoscere, di almeno quattro Amministrazioni
comunali prima della mia e dell’autorità giudiziaria competente,
atteso che non risulta notizia alcuna di indagine. Oggi, ultimo
(almeno per ora) atto di una sequenza a mitraglia di indagini sulla
mia Amministrazione, si lancia la notizia anche di questo
procedimento aperto dalla Procura di Torre Annunziata. Se vera, la
notizia dell’indagine rappresenta un fatto clamoroso: l’area
dell’ex Aranciata Faito è stata per anni uno sversatoio senza che
nessuno se ne occupasse e, oggi, si apre una indagine sull’unica
Amministrazione, la mia, che ci ha messo mano per affrontare e
risolvere il problema”.
Lo ha detto Luigi Bobbio,
già sindaco di Castellammare di Stabia, commentando alcune notizie
di stampa.
“Forse, sarebbe stato
meglio che anche noi avessimo lasciato le cose come stavano?
Ovviamente, no. Ma qualcuno dovrà spiegare perché l’indagine si
apre oggi e non quattro, cinque, dieci o venti anni fa. Appena la mia
Amministrazione acquisì, per parte propria, contezza della reale
situazione del sito, si procedette, per la prima volta nella storia
di Castellammare, ad una serie di adempimenti diretti a costruire un
percorso non facile e non breve per intervenire radicalmente sul
problema, confrontandosi anche con i costi enormi dell’intervento –
ha aggiunto Bobbio –. Per la prima volta, con un provvedimento
dell’Amministrazione comunale, fu sottratto il sito alla
disponibilità di una inerte curatela fallimentare che fu anche
denunciata. Per la prima volta, proprio per ovviare ai costi, fu
avviato un rapporto con la società regionale Astir per procedere
alla totale ripulitura del sito attraverso l’impacchettamento delle
varie tipologie di rifiuti e, quindi, alla loro preliminare messa in
sicurezza, senza costi per il Comune di Castellammare di Stabia. In
quest’attività, si chiese la collaborazione della Multiservizi e
le operazioni furono condotte dall’Astir con solerzia e capacità
concludendo il confezionamento della indecente tipologia di rifiuti
presenti sull’area e l’inizio dello smaltimento degli stessi in
relazione a quelli non pericolosi”.
“Per la prima volta,
quindi, l’area venne messa in ordine e i rifiuti furono imbustati.
Residuava una varietà di rifiuti per i quali era verosimile la
qualificazione in termini di ‘pericolosi’ secondo la normativa
vigente. Al di là delle chiacchiere e delle strumentalizzazioni, la
normativa prevede che per stabilire le modalità di rimozione di
questi rifiuti apparentemente pericolosi se ne debba verificare prima
l’effettiva pericolosità attraverso un procedimento cd di
'caratterizzazione'. La società Multiservizi stava quindi curando la
predisposizione della necessaria procedura di gara per la selezione
del laboratorio cui affidare la stessa attività di analisi dei
rifiuti potenzialmente pericolosi, anche questa - si ribadisce -
attività mai svolta per più di vent’anni. Si tratta di procedure
non rapide e complesse al di là della loro intrinseca delicatezza.
Il percorso, tuttavia, era già profondamente avanzato e, una volta
selezionato il laboratorio e operata la caratterizzazione, si sarebbe
proceduto al confezionamento secondo legge e al trasporto a
discarica, trattandosi peraltro di attività (la caratterizzazione e
il trasporto a rifiuto dei pericolosi) dai costi elevatissimi che
certamente, ed è bene ribadirlo, dovranno ricadere sulla proprietà,
ossia la curatela fallimentare, ma che verosimilmente, perdurandone
le inerzie, dovranno essere anticipati attraverso una procedura in
danno o dalla società Multiservizi o dalla Amministrazione
comunale”.
“Oggi, solo oggi e
proprio oggi, intervengono la Procura e la polizia provinciale.
Adesso, basta! Invece di ricevere un plauso come Amministrazione e
come società partecipata per un intervento atteso dalla popolazione
da più di vent’anni, ci troviamo oggetto dell’ennesimo tentativo
di denigrazione e spubblicazione senza un solo cenno, invece, alle
passate e recenti inerzie investigative e alle passate e devastanti
inerzie amministrative di questa città. Se la mia responsabilità
politica e amministrativa è stata quella di avere ancora una smosso
le acque e aver inciso alla radice un bubbone cancrenoso me la assumo
per intero e pretendo che in questa stessa indagine si dia atto della
bontà e della correttezza del nostro operato, e si proceda,
immediatamente, ad accertare tutte le inerzie e le omissioni delle
passate Amministrazioni comunali nonché della proprietà a qualunque
titolo dell’area che, si rammenta, è e resta privata. Quello che
non accetto è che si indaghi in maniera mediatica e, comunque,
infondata su chi, come la mia Amministrazione, ancora una volta
decise di operare e di fare, dopo che gli altri, per decenni, avevano
finto di non vedere ed erano rimasti 'inerti'. Questa storia non
finisce qui”, ha concluso Bobbio.